Un altro anno di passione. La Russia rimarrà chiusa all’export di ortofrutta europea fino al 31 dicembre 2021. L’annuncio è arrivato direttamente dal presidente russo Vladimir Putin, che tramite decreto presidenziale ha esteso l’embargo per altri dodici mesi. Si tratta di una contromossa alle sanzioni decise dall’Unione Europea nel 2014 dopo l’annessione della Crimea e lo scoppio della guerra di Donbas.
Il blocco russo alle esportazioni agroalimentari dei Paesi europei – ortofrutta compresa – verso Mosca è quindi attivo ormai da oltre sei anni, da quel 7 agosto 2014 in cui sono state chiuse, e mai più riaperte, le frontiere del Paese degli zar.
Le perdite economiche per il settore finora sono state enormi. Tra i comparti maggiormente penalizzati c’è quello dell’ortofrutta, che in questi sei anni e mezzo ha subito danni economici per mancate esportazioni in Russia di almeno 1,2 miliardi di euro, di cui oltre la metà rappresentati dalla frutta fresca.
Tornando all’ultima proroga del veto russo, la decisione di Putin è di matrice protezionistica. Estendendo l’embargo il presidente russo tenta di proteggere il mercato interno, con molti produttori agroalimentari del Paese che continuano a tentare di approfittare della situazione, aumentando nel frattempo anche l’autoproduzione di ortofrutta e non solo. Dall’altra parte, mentre l’Europa e l’Italia in particolare continua a subire enormi danni dalla perdita di un mercato così strategico come quello russo, altri competitors extra UE non colpiti dall’embargo hanno guadagnato ampi spazi nell’export che difficilmente verranno lasciati una volta che il provvedimento anti-europeo verrà annullato.
da Corriere Ortofrutticolo, 25/11/2020