Tra gli obiettivi perseguiti dall’Italia per arrivare alla transizione energetica assume un ruolo rilevante l’accelerazione del percorso di decarbonizzazione, cioè il processo di riduzione del rapporto carbonio-idrogeno nelle fonti energetiche. Questo è quello che prevede il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima in Italia, un piano che illustra una vera e propria trasformazione dell’economia, nella quale la decarbonizzazione e l’uso razionale ed equo delle risorse naturali sono sia obiettivi sia strumenti per un’economia più rispettosa delle persone e dell’ambiente.
L’azienda energetica Fri-El Green House, che produce pomodori idroponici a marchio H2Orto, per un’agricoltura a impatto zero o quasi, ha fatto di questi obiettivi nazionali la sua missione personale già nel 2016, anno di realizzazione della prima serra idroponica.
L’azienda infatti nasce con l’idea di recuperare calore proveniente dalle centrali biogas con cui si scalda l'acqua per mantenere la temperatura nelle serre. Dalle centrali si recupera anche Co2 che viene immessa nelle stesse per essere fissata dalle piante (e quindi non essere immessa nell’ambiente), si recupera acqua piovana raccolta dai tetti delle strutture e conservata nei bacini a fianco delle serre.
L’azienda è stata anche la prima in Italia ad utilizzare tecnologia Led per l’illuminazione artificiale interfila, processo produttivo che garantisce di avere il prodotto 365 giorni all’anno con la medesima qualità e costanza produttiva.
In Fresh Guru i pomodori crescono più puliti che altrove. Essendo coltivati su un substrato inerte e in ambiente controllato, non entrano in contatto con sostanze inquinanti. Il loro nutrimento, totalmente naturale, viene garantito da impianti tecnologici che gestiscono anche l’irrigazione, consentendo di filtrare e riciclare l’acqua non trattenuta dalle piante, impiegandone il 70% in meno rispetto alle colture tradizionali.
A parità di quantitativi prodotti, inoltre la coltivazione di ortaggi in serra idroponica permette di utilizzare molto meno terreno, rispetto alle coltivazioni tradizionali in campo aperto; basti pensare che 1 ettaro di serra idroponica produce lo stesso quantitativo di ortaggi che si otterrebbero in circa 10 ettari di coltivazioni tradizionali.
È evidente che ciò significa, non solo ridurre l’impatto ambientale delle coltivazioni, ma anche incrementarne la capacità produttiva, che resta pressoché costante in termini quantitativi e qualitativi per l’intero ciclo di vita delle piante.
La coltivazione tecnologica in ambiente protetto consente, infine, un utilizzo di insetti utili per il controllo dei parassiti, permettendo il pieno rispetto del terreno e delle falde acquifere, abbassando a zero il rischio inquinamento.
Oggi l’azienda si è ulteriormente ampliata, raggiungendo una superficie produttiva di oltre 30 ettari di serre in ferro-vetro, degno di nota anche l’indotto lavorativo che si è creato nel territorio.
Queste informazioni e altri approfondimenti sono disponibili nella sezione “InnovainAzione”, curata da ISMEA, all’interno del portale Innovarurale, ideato dalla Rete Rurale Nazionale.
Il Catalogo delle innovazioni in campo vuole stimolare la condivisione di esperienze significative e rappresentare uno stimolo per la nascita di nuove idee e per l'implementazione delle stesse in ambiti agricoli simili e differenti; infine l’innovazione raccontata è stata validata come “innovativa” dal Comitato di Esperti dell’Accademia dei Georgofili, partner di questa iniziativa.
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