"L'agricoltura italiana continua a perdere terreno, minacciata costantemente dall'avanzata della cementificazione selvaggia e abusiva, dalla mancata manutenzione del suolo, dal degrado, dall'incuria ambientale, dall'abbandono delle zone collinari e montane dove e' venuto meno il fondamentale presidio dell'agricoltore", rileva la CIA-Confederazione Italiana Agricoltori che ha promosso un convegno sul tema "Custodi del suolo e dissesto idrogeologico”.
"Siamo in presenza di uno 'scippo' di territorio agricolo che procede a ritmi vertiginosi: 11 ettari l'ora, quasi 2000 alla settimana e oltre 8000 al mese, calpestando quotidianamente paesaggio, tradizioni e qualità del cibo. 8 comuni su 10 sono in aree ad elevata criticità idrogeologica; oltre 700 mila sono gli immobili abusivi, spesso costruiti non a norma e, quindi, a grave rischio in presenza di una calamità naturale. In poco meno di dieci anni l'agricoltura ha perso una superficie di terra coltivabile di oltre 19mila kmq, un territorio pari a quanto l'intero Veneto. Dal 1950 ad oggi si sono spesi più di 200 miliardi di euro per riparare i danni causati da calamità' naturali; sarebbe bastato destinare il 20 per cento di questa cifra ad opere di manutenzione del territorio per limitare le disastrose conseguenze e soprattutto le perdite umane".
"Serve, dunque, una rinnovata attenzione", dichiara la CIA spiegando che "occorre una politica con la quale puntare ad una vera salvaguardia del territorio con risorse adeguate, una politica che garantisca il presidio da parte dell'agricoltore, la cui attività e' fondamentale in particolare nelle zone marginali. Occorrono norme di pianificazione del territorio per fermare il consumo di suolo, tutelare e valorizzare il paesaggio ed è necessario, altresì, un governo delle risorse idriche per contrastare il dissesto idrogeologico e favorire l'uso razionale dell'acqua in agricoltura. Occorre lavorare in tempi rapidi per costruire un sistema ambientale realmente sostenibile, valorizzando l'agricoltura quale volano di riequilibrio territoriale, produttivo e sociale".
Da Agrapress, anno LI, n° 316, 14/11/2013