Cento giorni. E’ questo il tempo che Ursula Von Der Leyen, confermata presidente della Commissione Ue, si è data per definire la nuova prospettiva della politica agricola comune. Dopo la stagione dei forti scontri con gli agricoltori, arriva così la stagione dell’attesa e dell’analisi. I materiali da studiare ci sono tutti: non solo le proposte che a più riprese sono arrivate dalla compagine agricola, ma anche, da pochi giorni, la “Relazione finale del dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura europea” che, appunto, è stata appena consegnata alla presidente. Una base di studio, certo, che pare abbia incontrato però il favore della Von Der Layen e, con sfumature varie, dei rappresentanti degli agricoltori.
Il lavoro è diviso in due parti: prima una valutazione delle sfide e delle opportunità, poi una serie di raccomandazioni. Il Rapporto sottolinea così l’importanza dell’agricoltura come parte essenziale della società; viene ribadito come "la sostenibilità economica, ambientale e sociale del settore agroalimentare possano rafforzarsi a vicenda”, a patto che vi siano misure politiche coerenti. In grande considerazione viene tenuto il ruolo dei mercati, delle abitudini alimentari e dell'innovazione. Le raccomandazioni conseguenti? “Dialogo” è la parola d’ordine. Occorre quindi valorizzare più di prima il ruolo degli agricoltori e metterli in grado di accedere di più alle risorse finanziarie. Serve imparare a gestire meglio il rischio e i cambiamenti. Bisogna tutelare il terreno come risorsa imprescindibile, dare spazio al ricambio generazionale e alla parità di genere, migliorare le possibilità di formazione e conoscenza. Il Rapporto è, in altri termini, il grande libro dei sogni agricoli dell’Europa. Entro cento giorni qualcuno di questi sogni dovrà iniziare a diventare realtà.
(da Avvenire, 8 settembre 2024)