Un albero si compone di produttori di materia e di consumatori della materia prodotta. Da una parte ci sono le foglie che fanno la fotosintesi e fissano il carbonio, dall'altra parte stanno le radici, il fusto, i rami e gli organi di riproduzione che, respirando, dissolvono il carbonio fissato emettendo CO2 . Anche le foglie respirano ed emettono la loro piccola parte di CO2.
Le radici, il fusto, i rami e gli organi di riproduzione ripagano i loro consumi producendo servizi indispensabili alla vita dell'insieme assicurando l'assunzione dei minerali, il rifornimento di acqua, l'esposizione delle foglie al sole, il deposito dei prodotti, l'accumulo delle riserve e, infine, la conservazione e l'evoluzione della specie. Però pur sempre emettono la C02 riducendo così l'efficacia della vegetazione nell'abbattimento dell'effetto-serra.
Col crescere della pianta, la proporzione fra le foglie e le parti legnose cambia a favore di queste ultime. Non ci sono dati diretti sulle variazioni della proporzione fra foglie e parti legnose in funzione delle dimensioni della pianta. Al massimo si trovano tabelle che specificano la massa fuori terra ripartita in fusto, rami grossi e, rami sottili. Se i rami sottili (in quanto portatori diretti delle foglie) vengono presi come indice della massa fogliare, si osserva che la percentuale che gli compete decresce rapidamente in funzione dell'età o delle dimensioni della pianta, per poi assumere un andamento asintotico attorno al 10%.
Nasce dunque il sospetto che l'attivo del bilancio fra fotosintesi e respirazione possa diminuire al crescere delle dimensioni dell'albero e, quindi, dell'età. Nell'insieme del bosco, poi, all'emissione di CO2 contribuisce anche l'attività degli organismi alteratori della lettiera e delle parti legnose morte o cadute; mentre la cattura del carbonio nelle erbe del sottobosco è solo fugace. Alcuni bestemmiatori addirittura si professano scettici sull'efficienza del bilancio della produzione di ossigeno della foresta amazzonica.
Una vecchia ipotesi che piaceva al professor Patrone diceva che "un bosco trattato razionalmente ai fini della produzione legnosa assolveva automaticamente anche alle funzioni ambientali". In questa ottica, uno studio sulla combinazione di alberi (o di popolamenti) di età graduata che rende massimo il rendimento ecologico di un complesso forestale, potrebbe dare suggerimenti alla selvicoltura. Ma oggi è forse inutile fare ricerche sull'effetto delle utilizzazioni forestali sull'efficienza dei benefici pubblici del bosco; al tempo presente, mentre si abbandonano sempre più terreni agricoli figuriamoci se si ha voglia di occuparsi dei boschi. Tanto vale consolarsi accettando il dogma secondo cui l'ottimo di cattura del carbonio, di biodiversità, di protezione idrogeologica, eccetera si consegue gratuitamente dalla foresta lasciata alla natura.
Trees and society
A tree is made up of producers of matter and consumers of the produced matter. On the one hand, there are the leaves that carry out photosynthesis and fix the carbon; on the other are the roots, trunk, branches and reproduction organs that, by breathing, break up the fixed carbon emitting CO2. Even the leaves breathe and emit their small share of CO2.
When the plant grows, the ratio of leaves and woody parts changes in favor of the latter. The suspicion therefore arises that the credit balance between photosynthesis and breathing may decrease as the tree’s size and consequently its age increases.
One old theory held that “a forest rationally managed for timber production automatically performed environmental functions too”.