Agricoltura 4.0, sempre meno emissioni e il campo è più smart

  • 13 October 2021

L’agricoltura sostenibile è già realtà. Il percorso delle imprese agricole verso pratiche più green è iniziato da tempo e lo dimostrano i dati di Confagricoltura diffusi nella Giornata della Terra 2021: negli ultimi trent’anni le emissioni di gas serra del settore agricolo, che rappresentano solo il 7% del totale, sono diminuite del 17%, mentre le Pm10, le polveri fini, addirittura del 30%. Rispetto al 2008, si è registrato un calo anche nell’utilizzo di fitofarmaci del 21% e di fertilizzanti di origine chimica di oltre la metà (52%).
«L’obiettivo principale dell’agricoltura — sottolinea Nicola Gherardi, componente della giunta nazionale di Confagricoltura — è sfamare. Abbiamo una popolazione mondiale che si avvicina agli 8 miliardi che ha bisogno di un tenore calorico intorno alle 2.500 kilocalorie giornaliere, ma c’è anche una necessità sempre più forte di ridurre l’impatto ambientale. Nel settore agricolo, questi due fattori, uniti all’aspetto economico, devono avere un equilibrio».
Il contributo dell’agricoltura in termini di sostenibilità è evidente in diversi ambiti. Gioca un ruolo da protagonista nella produzione di energia da fonti rinnovabili — un esempio recente e ancora in fase di sviluppo è l’agrovoltaico, un sistema di utilizzo «ibrido» dei terreni tra produzione agricola e produzione di energia attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici sugli stessi terreni — e sviluppa tecniche innovative che riguardano la gestione delle deiezioni animali, la carbon farming— con cui la ricerca sta cercando di puntare non più solo al sequestro di carbonio atmosferico nel suolo ma anche a una sua sottrazione — e la precision farming, la strategia che consente una raccolta di dati che vengono poi elaborati per orientare le attività in funzione della variabilità spaziale e temporale al fine di migliorare l’efficienza nell’uso di risorse, la produttività, la qualità, la redditività e la sostenibilità. «Confagricoltura sostiene l’agricoltura detta 4.0 — continua Gherardi — perché è intelligente: consente di mettere a sistema una serie di informazioni che altrimenti non saremmo in grado di ottenere per ottimizzare l’uso di agrofarmaci». «La nostra organizzazione — spiega Vincenzo Lenucci, direttore dell’area Politiche europee, competitività e ufficio studi di Confagricoltura — è un importante intermediario: porta i bisogni degli operatori a chi produce innovazione e nuove tecnologie a chi lavora nel settore agricolo».
Ma è necessario anche l’intervento della politica. Molte aziende, in Italia ma anche nel resto d’Europa, destinano il 5% dei propri seminativi alla tutela della biodiversità grazie alla Politica agricola comune, che vincola i pagamenti diretti al rispetto di determinati requisiti in materia ambientale. «Un sistema che impone dei divieti e si basa sulla coercizione — chiarisce, però, Gherardi — non può avere effetti positivi a lungo termine e compromette la capacità produttiva. Invece è importante stimolare gli operatori e premiare chi applica un’agricoltura innovativa». I prossimi dodici mesi saranno decisivi. Entro il 31 dicembre 2021 l’Italia dovrà stabilire un Piano strategico nazionale (Psn) su quali misure applicare e come impiegare le risorse, in arrivo da Bruxelles e dal Pnrr, circa 7 miliardi di euro secondo il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. È importante dare attenzione anche agli eventi estremi, siccità e alluvioni, che spesso colpiscono la filiera agroalimentare. Lo ha ricordato anche — al G20 dell’Agricoltura che si è tenuto dal 16 al 18 settembre a Firenze — il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: «Per le imprese agricole la lotta contro il cambiamento climatico costituisce un obiettivo fondamentale. Gli eventi climatici eccezionali, sempre più ricorrenti, provocano perdite di produzione, di reddito e gravi danni alle strutture».

da Corriere.it, 7/10/2021