Kiwi: una grande opportunità per la piana di Rosarno

di Pierluigi Taccone
  • 14 January 2015
La piana di Rosarno, nota per le sue coltivazioni di ulivi e di agrumi, è  ormai endemicamente in crisi per la  incapacità di rinnovare le sue strutture arboree, ma anche per le difficoltà obbiettive che derivano dalla competizione con i paesi produttori  del bacino del Mediterraneo,  più poveri del nostro e quindi in grado di praticare una politica dei prezzi, per i produttori Italiani, impercorribile, se non con la alta qualità, in segmenti di nicchia, cui globalmente non è possibile  accedere.
In questa realtà così problematica di semi abbandono,  la presenza di un vero e proprio bosco di ulivi delle dimensioni di circa 30.000 e la presenza di circa 8.000 ha di agrumi  ha comportato cambiamenti climatici ed  un aumento delle malattie fungine, legato ad una maggiore umidità , che ha indubbiamente favorito , nel corso degli ultimi 20 anni, la  coltivazione del  kiwi,  dapprima in quantità modesta ed oggi in ragione di circa 150-200 ha/anno.
Sono state le medesime condizioni sfavorevoli indotte dalla presenza ingombrante e incontrollata dell’olivo  a  facilitare la diffusione  del kiwi che da pianta da climi umidi ha tratto beneficio da un territorio  molto  fertile  con terreni profondi, ricchi di humus , privi di scheletro   e dalla importante presenza di acqua e relativa umidità,  legato alla  presenza dell’Aspromonte  e degli Appennini che  lo circondano.
L’attuale presenza di kiwi  sul territorio della Piana, secondo stime non ufficiali, è di circa 1500/2000 ha di cui il 90% Hayward  ed il 10% kiwi giallo, diviso tra il Jintao ed in misura minore, il Soreli.
Si sono evidenziate per entrambe le varietà prodotte sul territorio notevoli caratteristiche positive: la conservabilità del frutto dovuto alle maggiori quantità di zuccheri per raccolte che in assenza di gelate si possono  differire fino alla fine di novembre; pezzature elevate legate alla ricchezza dei suoli ed al clima temperato privo di elevati picchi termici nei mesi estivi.
Assenza fino ad oggi di danni da Pseudomonas  S., almeno ufficialmente non se ne avuta comunicazione.
Da i dati fin qui esposti emerge che il  kiwi potrebbe rappresentare per una parte della Piana di  Rosarno  una notevole opportunità . Andrebbe guidato con estrema  oculatezza per  far sì che questo sviluppo  si persegua in maniera equilibrata tenendo in giusta considerazione la presenza di tutte le colture tipiche,  ciascuna con le sue caratteristiche e necessità climatiche,  senza che, in una proiezione futura , nessuna diventi prevaricante tanto da modificare il territorio .
Spetterebbe alle Istituzioni guidare il cambiamento con una politica di incentivi  o disincentivi. Speriamo che ne abbia  la visione e la volontà.
E’ importante tuttavia che anche il mondo agricolo, in presenza di una produzione di così spiccata qualità, quale è il kiwi che si produce nella Piana di Rosarno, sappia valorizzarla convenientemente, rinunciando agli stacchi precoci, che forse garantiscono più rapidi introiti, ma altrettanto rapidamente degradano il buon nome di un prodotto ed il suo territorio.



Kiwis: A Great Opportunity for the Rosarno Plain

The kiwi could be a great opportunity for a part of Calabria’s Rosarno Plain. It should be guided with the utmost caution to ensure that this development is pursued in a balanced manner taking into proper consideration the existence of all typical crops, each with its specific characteristics and climate requirements, without any becoming so overpowering as to modify the area. Nonetheless, it is also important that the agricultural world, in the face of such high-quality production, be able to properly promote it, avoiding early harvests that perhaps guarantee quick income but just as quickly can ruin the good name of a product and its area.