“Come recita il celebre Duhamel”, “Come scrive il Duhamel”, “Secondo quanto detto da Duhamel du Monceau”: frasi ricorrenti nei trattati di agronomia e selvicoltura del Settecento e del primo Ottocento.
I suoi numerosi scritti rappresentarono per gli eruditi ed uomini di scienza di quel tempo fonte imprescindibile per i loro studi e le loro opere.
Ubaldo Montelatici (fondatore dell’Accademia dei Georgofili) nel suo Ragionamento sopra i mezzi più necessarj per far rifiorire l’agricoltura (1752) lo annoverava fra i “Maestri dell’Agricoltura”.
Sicuramente il Traité complet des Bois & des Forêts rappresenta l’opera più complessa ed articolata realizzata dal Duhamel il quale curò fino al dettaglio l’edizione dei cinque voluminosi trattati con cui egli intese sviluppare ed approfondire i suoi studi sugli alberi, i boschi e le foreste.
I volumi molto accurati nella loro realizzazione tipografica sono tutti corredati da raffinate incisioni che li rendono ancor oggi oggetto ambito di biliografi e collezionisti, nonché fonte storica di riferimento per gli studiosi.
In occasione della campagna Il Maggio dei Libri 2015, l’Accademia dei Georgofili ha inteso offrire uno studio storico-bibliografico su tale opera.
Buona lettura!
E che essa susciti curiosità, voglia di approfondire e divenga infine parte della nostra storia
(“Qui ci siamo tutti, Montag: Aristofane, il Mahatma Gandhi, Gautama Budda, e Confucio, Thomas Love Peacok, Thomas Jefferson, Lincoln, se permetti. Siamo anche Matteo, Marco, Luca, Giovanni. Tutti intorno risero sommessamente. “Impossibile” disse Montag. “Oh, possibilissimo, anzi!” rispose Granger con un sorriso. “Perché anche noi siamo dei bruciatori di libri. Leggevamo i libri e poi li bruciavamo, per paura che ce li trovassero in casa … Meglio tenersi tutto quanto in testa, dove nessuno può venire a vedere o sospettare nulla! Noi siamo tutti pezzi e bocconi di storia, letteratura, codice internazionale, Byron, Tom Paine, Machiavelli o Gesù Cristo, ecco tutto” – R. Bradbury, Fahrenheit 451)