Il settore agricolo, forestale e delle produzioni animali è universalmente riconosciuto come un pilastro essenziale per soddisfare i bisogni alimentari globali e garantire i mezzi di sussistenza a moltissime comunità. Tuttavia, negli ultimi decenni, queste attività hanno dovuto affrontare sfide sempre più complesse, principalmente a causa dei cambiamenti climatici e dell’aumento di eventi estremi come tempeste, incendi e inondazioni. Per rispondere a queste sfide, è fondamentale adottare strategie che rendano il settore più resiliente, ovvero capace di adattarsi, reagire con efficacia e risollevarsi rapidamente dalle emergenze.
Un recente studio interdisciplinare, condotto con il contributo di 10 Atenei e del Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, ha analizzato tre eventi significativi che hanno colpito l’Italia negli ultimi anni: le devastanti piogge che hanno colpito l’Emilia-Romagna nel 2023, la tempesta Vaia del 2018 che ha abbattuto milioni di alberi nel nord-est, e i gravi incendi boschivi del 2017 che hanno distrutto vaste aree del nostro patrimonio forestale. Lo studio ha esaminato le misure di prevenzione adottate, gli interventi di emergenza effettuati e le operazioni di recupero messe in campo, con l’obiettivo di individuare sia i punti di forza sia le criticità riscontrate.
Lezioni apprese
L’analisi ha evidenziato un dato chiave: la necessità urgente di un sistema di gestione delle emergenze nel settore che sia più organizzato ed efficiente. Per affrontare eventi estremi in modo efficace, è indispensabile utilizzare strumenti come mappe del rischio aggiornate e tecnologie avanzate per monitorare e prevedere i pericoli. È emerso inoltre come il coinvolgimento attivo di professionisti del settore, quali dottori agronomi, dottori forestali e dottori delle scienze animali, sia essenziale per garantire interventi tempestivi ed efficaci. Grazie alla loro esperienza, questi professionisti possono accelerare il recupero e contribuire a costruire una maggiore resilienza del sistema nel tempo. L’analisi dei casi ha anche messo in luce come le esperienze maturate possano servire da modello per una pianificazione futura più efficace, traendo ispirazione anche da altri settori dove la gestione delle emergenze risulta particolarmente avanzata.
Proposte innovative per un cambiamento
Tra le proposte avanzate, una delle più interessanti riguarda la creazione di una matrice che assegni ruoli e responsabilità chiari a tutti i professionisti coinvolti. Questo strumento organizzativo mira a garantire che le risposte durante le emergenze siano coordinate, rapide ed efficaci, evitando sovrapposizioni o ritardi. Inoltre, lo studio ha sottolineato l'importanza di rafforzare la collaborazione tra la Protezione civile e chi si occupa della Protezione delle produzioni agricole, forestali e zootecniche, soprattutto nelle aree rurali, dove tali sinergie risultano cruciali. Questa collaborazione, ancora poco sviluppata in molte aree rurali, può fare la differenza, soprattutto in contesti isolati o vulnerabili.
Un altro tema centrale è quello della formazione universitaria e professionale continua. Strumenti come piattaforme online, corsi brevi certificati (ad esempio, microcredenziali) e l’impiego di intelligenza artificiale per il tutoraggio possono aiutare i professionisti a sviluppare nuove competenze e a prepararsi meglio per affrontare emergenze future. Questi percorsi formativi non solo migliorano la preparazione individuale, ma possono contribuire alla creazione di nuove figure professionali pronte a rispondere alle necessità di un settore in continua evoluzione.
Verso un approccio integrato e sostenibile
Lo studio invita a un cambiamento di prospettiva per rafforzare il settore agricolo, forestale e delle produzioni animali. Non si tratta solo di innovare tecniche e tecnologie, ma di favorire una collaborazione efficace tra esperti/professionisti (inclusi quelli di settore), istituzioni, università e comunità locali. Integrazione è la parola chiave: unire conoscenze tradizionali e moderne, ispirandosi alle migliori pratiche internazionali, può essere il vero punto di svolta. Un settore così rinnovato non solo sarà in grado di rispondere meglio alle sfide poste dai cambiamenti climatici, ma contribuirà a proteggere l’ambiente, garantire la sicurezza alimentare e migliorare il benessere delle comunità, costruendo un futuro più resiliente e sostenibile per tutti.
[Per una lettura completa dell'articolo si rinvia a: https://doi.org/10.1016/j.ijdrr.2024.105015]