Cambiamento climatico e irrigazione sostenibile in agricoltura

Pietro Piccarolo 08 May 2024

Il cambiamento climatico ha già avuto e ancor più avrà in futuro un forte impatto negativo sull’agricoltura, che è tra i settori che più ne subisce gli effetti a causa: dell’accelerazione di eventi estremi con l’alternarsi di ritorni di freddo, ondate di calore e di precipitazioni torrenziali; delle temperature elevate con lunghi periodi di siccità e cronica carenza della risorsa idrica.
In merito, il servizio sul cambiamento climatico di Copernicus ha reso noto che nel 2023 la temperatura media globale è stata di 14,98 °C. Il 2023 è stato più caldo di 0,60 °C rispetto alla media del periodo 1991-2020 e di 1,48 °C rispetto al livello del periodo preindustriale 1850-1900. L’incremento delle temperature per l’agricoltura comporta un aumento dell’evapotraspirazione delle colture, e quindi la necessità di aumentare gli interventi irrigui al fine di tutelare quantità e qualità della produzione.
Lo scorso 22 aprile l’UNASA, l’Accademia di Agricoltura di Torino e il DISAFA dell’Università di Torino, nell’ambito dell’incontro preparatorio dei G7 clima, energia e ambiente svoltosi presso la Reggia di Venaria Reale (TO), hanno promosso un Convegno dal titolo “Cambiamento climatico e irrigazione sostenibile in agricoltura”. L’obiettivo, alla vigilia della nuova legislatura europea, è stato quello di fornire un contributo di conoscenza ai decisori pubblici nazionali ed europei, mirato a evidenziare gli aspetti relativi all’approvvigionamento e alla gestione della risorsa idrica nel quadro della situazione climatica in corso.  Di seguito vengono riportati alcuni degli elementi emersi.
Per cercare di far fronte agli effetti del cambiamento climatico attraverso la salvaguardia della risorsa idrica in modo da garantirne un uso multifunzionale (potabile, agricolo, energetico), è importante attuare una corretta progettazione infrastrutturale in grado di evitare le elevate perdite dell’acqua piovana. Da qui la necessità di realizzare nuovi bacini di raccolta dell’acqua. La progettazione deve però tenere conto delle reali necessità dei diversi territori, al fine di definirne capienza e costi e di valutare, con attendibili dati tecnico-scientifico ed economici, la effettiva necessità della costruzione. Non solo la costruzione, ma anche la progettazione di bacini di grandi dimensioni, richiede investimenti molto elevati che non possono essere lasciati a carico dei soli privati, per cui è necessario che vi sia un concorso pubblico-privato. 

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Il nuovo Pacchetto Qualità

Ferdinando Albisinni 08 May 2024

1.- Il Regolamento (UE) 2024/1143: la dimensione sistemica
Il 23 aprile 2024 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea in nuovo Regolamento (UE) 2024/1143 sulle Indicazioni Geografiche e sulle altre indicazioni di qualità, in applicazione dal 13 maggio 2024.
Si tratta di una disciplina originale ed innovativa, che conferma – già nella scelta della base giuridica (l’art. 43.2. TFUE sul perseguimento degli obiettivi della politica comune dell'agricoltura e della pesca, e l’art. 118 TFUE sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale) – la capacità espansiva della Politica Agricola Comune, che dalle regole di produzione si estende a comprendere le regole di comunicazione nel mercato, in una dimensione che non è soltanto europea, ma sempre più investe l’intero mercato globale.
Le novità introdotte sono numerose, nel merito, nelle procedure, e nel disegno istituzionale.
Un primo elemento va sottolineato: la dichiarata ambizione sistemica del legislatore europeo, che dopo aver unificato nel 2012 DOP, IGP, ed STG, e collocato in un unico testo normativo anche gli altri regimi di qualità, prosegue oggi lungo questo percorso, accogliendo nel nuovo regolamento sui prodotti di qualità anche i vini e le bevande spiritose, sin qui tradizionalmente oggetto di testi normativi formalmente (ed in più punti anche sostanzialmente) separati e distinti. Tutto ciò ha, fra l’altro, conseguenze rilevanti per il settore del vino, a cominciare dalla generalizzata applicazione della tutela ex officio, che il Regolamento del 2012 aveva introdotto con formula innovativa ma limitata alle sole DOP e IGP dei prodotti agricoli ed alimentari, e che oggi è estesa anche al vino ed alle bevande spiritose.

2.- Le nuove disposizioni di merito ed istituzionali
All’interno di questo approccio unitario e sistemico, le novità sono numerose, nel merito e sul piano istituzionale e dei procedimenti.
Nel merito, oltre alla tutela ex officio (art. 42), e l’esplicita estensione della tutela ai nomi di dominio (art. 26 e 35), ed alla disciplina tra IGs e marchi, novità importanti sono state introdotte, fra l’altro: quanto all’uso dell’IG nella denominazione di vendita di prodotti che contengono tale IG fra i propri ingredienti (art. 27) con la previsione, fra l’altro, della notifica preventiva scritta di tale uso al gruppo di produttori riconosciuto per l’IG; nonché quanto all’applicazione della disciplina a tutti i prodotti realizzati nel territorio dell’Unione Europea, anche se destinati esclusivamente all’esportazione al di fuori dell’Unione (art. 26).
Trova conferma, nelle nuove disposizioni di merito così introdotte, il dialogo fra istituzioni europee e nazionali, e fra legislatori e giudici (ad esempio quanto all’adozione di una specifica disciplina UE sull’uso del nome protetto all’interno della denominazione di prodotti composti, che propone alcune prime risposte al noto caso dello Champagne Sorbet deciso dalla Corte di giustizia, e riprende alcuni elementi della disciplina italiana in materia; e quanto all’estensione della tutela anche ai prodotti destinati esclusivamente all’esportazione al di fuori del territorio dell’Unione, che offre risposte alle criticità evidenziate dalla Corte di giustizia nella decisione del 2022 sulla produzione in Danimarca di un formaggio denominato “Feta” che non rispettava il disciplinare di tale prodotto).
Anche sul piano istituzionale e dei procedimenti, le nuove disposizioni introducono modelli innovativi, che tengono conto delle esperienze maturate in sede nazionale, e delle criticità sin qui manifestate.
Esplicito rilievo è assegnato alle collettività di produttori, investite del governo delle denominazioni e chiamate a rispondere alle domande, anche in tema di sostenibilità, dell’intera società, complessivamente intesa, oltre che dei produttori e dei consumatori.

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Verde Urbano: Affrontare i “Cigni Neri e i “Cigni Grigi” del cambiamento climatico

Francesco Ferrini 08 May 2024

Nassim Nicholas Taleb, nel suo libro "Il Cigno Nero" (2008), ha introdotto il concetto di eventi imprevedibili e di grande impatto che possono cambiare radicalmente il corso della storia.
Il libro di Taleb esplora il concetto di eventi imprevedibili e altamente impattanti che hanno conseguenze significative, ma che sono difficili da prevedere in anticipo e l’autore usa il termine "cigno nero" per riferirsi a questi eventi, ispirandosi alla credenza errata diffusa in passato che tutti i cigni fossero bianchi, fino alla scoperta di esemplari neri in Australia.

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La flavescenza dorata in Europa e in Italia: aggiornamenti scientifici

Assunta Bertaccini 08 May 2024

La flavescenza dorata è una grave malattia della vite nota in Francia dal 1922 dove è stata studiata a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso. Poiché la sintomatologia di questa malattia non è distinguibile da quella associata alla presenza di altri fitoplasmi che, pur infettando la vite, hanno caratteristiche epidemiologiche diverse è fondamentale che venga effettuata l’identificazione del patogeno ad essa associato tramite metodiche diagnostiche molecolari specifiche. 

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