Perché è nata Agrinsieme e come si articola sul territorio? Come si svolge il suo lavoro?
Agrinsieme rappresenta le imprese aderenti a CIA, Confagricoltura, Copagri e Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Dalla sua costituzione, Agrinsieme ha avuto come obiettivo la dimensione territoriale dell’esperienza, tenendo conto dei diversi modelli e delle specificità delle singole aree.
Il Coordinamento integra diverse storie e patrimoni di valori che vengono esaltati in una sinergia fortemente orientata verso il futuro. Proprio per questo, Agrinsieme non annulla la storia delle singole organizzazioni, ma costituisce un valore aggiunto rispetto a ciò che ognuna realizza autonomamente.
Rappresentando i 2/3 dell’Agroalimentare italiano, Agrinsieme si impegna nella creazione di un sistema orientato al mercato, promuovendo politiche che rafforzano le imprese e favoriscono le integrazioni tra le varie componenti della filiera Agricola e Agroalimentare. Inoltre, crediamo nell’innovazione, nella ricerca e nelle giovani generazioni come legame tra la tradizione e il futuro.
Quali considerate come priorità da risolvere rispetto agli attuali problemi dell'agricoltura?
L’agricoltura vive un momento di sfide e cambiamenti, dovendo fronteggiare le conseguenze di eventi climatici eccezionali e dell’insostenibile aumento del costo delle materie prime.
La priorità è quella di definire un piano strategico che metta insieme imprese, organizzazioni di rappresentanza e istituzioni, fronteggiando le problematiche del settore sulla base di tre parole d’ordine: produttività, competitività e sostenibilità
In linea con i SDGs (Sustainable Development Goals n.d.r.) e con i principi della strategia Farm to Fork, è necessario garantire prodotti sicuri, di qualità e in quantità, ricorrendo ad un minore consumo di risorse naturali e a una riduzione del ricorso alla chimica. Servono quindi soluzioni percorribili.
L’evoluzione assistita e l’innovazione genetica, così come gli investimenti in innovazione tecnologica e digitalizzazione, mirano all’aumento della produttività, migliorano la risposta ai cambiamenti climatici e riducono l’impatto ambientale del settore.
La diffusione di smart e precision farming, così come lo sviluppo di sistemi vertical farming, permettono di aumentare la produttività a parità di risorse naturali utilizzate. A questi, si aggiungono gli investimenti nella sensoristica che permettono di ottimizzare i processi produttivi attraverso sistemi di monitoraggio e di prevenzione delle patologie.
Promuovere i prodotti agricoli e agroalimentari italiani significa puntare sulla competitività del sistema, creando le condizioni per l’accesso al mercato internazionale. È quindi fondamentale investire in infrastrutture fisiche e digitali e lavorare in Europa per l’armonizzazione delle normative nazionali. Non possiamo permettere che si creino sperequazioni e vantaggi competitivi dovuti al venir meno del rispetto di standard di qualità, sicurezza, rispetto dei diritti o minore costo del lavoro.
I nostri territori, da Nord a Sud, producono eccellenze le cui caratteristiche dipendono anche dalla salubrità dell’ambiente. Per questo, l’agricoltura è la prima custode dell’ambiente e può essere protagonista della transizione ecologico-energetica. L’agricoltore, oltre a produrre cibo, svolge un ruolo importante nella produzione di agroenergie e nel carbon farming, garantendo energia alla collettività e contribuendo a contrastare i cambiamenti climatici.
La diversificazione del reddito libera risorse da investire in innovazione, ma è evidente che, se si vuole puntare su un settore strategico, serva l’impegno di tutti gli attori coinvolti e un’adeguata allocazione dei fondi della PAC e dal PNRR. Non sono soluzioni assolute, ma un primo passo verso il futuro.
Qual è la vostra posizione su temi di attualità come l'etichettatura, le pratiche sleali, la gestione della fauna selvatica?
Siamo costantemente impegnati nella difesa delle nostre eccellenze e dei nostri produttori, fortemente colpiti da questi tre temi.
Siamo fermamente contrari ad un sistema come il Nutriscore che minaccia il Made in Italy e la dieta mediterranea che è parte integrante della nostra storia e della nostra cultura. Serve un sistema che sia chiaro e trasparente e che valuti i singoli prodotti, considerandone le proprietà e le quantità consumate. I consumatori chiedono di sapere cosa mangiano e noi siamo convinti che queste informazioni debbano poggiare su solide evidenze scientifiche e mostrare i virtuosismi produttivi degli agricoltori italiani.
Allo stesso tempo, agire sul corretto equilibrio delle relazioni commerciali significa incidere sulla possibilità di crescita dei consumi, in un rinnovato sistema di equilibrio e trasparenza, con positive ricadute su occupazione e lavoro, ma anche sul benessere dei consumatori e dei territori. Proprio per questo, siamo convinti che debbano tutelarsi i contraenti deboli attraverso la collaborazione tra tutti gli operatori agricoli, industriali e distributivi.
Infine, abbiamo più volte avanzato proposte che guardino alla tutela delle nostre produzioni e delle nostre aree boschive dai danni provocati dalla fauna selvatica. Anche qui, è necessario intervenire con strumenti che garantiscano la sicurezza per i cittadini e la tutela per i produttori agricoli e forestali.
Che tipo di iniziative pensate di realizzare in collaborazione con l'Accademia dei Georgofili, nell'interesse degli agricoltori?
Come Agrinsieme, siamo sempre stati propensi ad affrontare i singoli problemi partendo dallo studio e dall’approfondimento, senza i quali non si può giungere a soluzioni concrete ed efficaci. Siamo convinti che siano necessarie evidenze scientifiche per approcciarsi al cambiamento e che sia fondamentale il confronto tra organizzazioni che da anni affrontano i problemi dell’agricoltura, trovando soluzioni volte al futuro.
In virtù di un duraturo rapporto di collaborazione tra Agrinsieme e l’Accademia dei Georgofili, siamo convinti che dalla sinergia tra le nostre due realtà possano nascere occasioni di studio, approfondimento e analisi dei numerosi temi che toccano il nostro settore. Partiremo dal nostro Coordinamento e dalla riconosciuta autorevolezza dell’Accademia per rinnovare e ampliare la nostra collaborazione. Non possiamo porci limiti.