Questo argomento è stato trattato nel corso di una mia lezione tenuta il 23 marzo 2017, presso la Facoltà di Agraria di Pisa, in ricordo del Prof. Fiorenzo Mancini, considerato da tutti il padre della pedologia in Italia. Numerosi sono stati i suoi allievi che hanno operato nella ricerca pedologica, nell’applicazione della materia in diverse regioni italiane, nonché fuori dai confini nazionali, negli altri continenti e, in particolare, nei paesi in via di sviluppo.
Io stesso allievo di Fiorenzo Mancini, ho voluto ricordare la figura del grande scienziato, sia come studioso e maestro, sia come innovatore nelle scienze della terra e, in particolare, della geopedologia.
Uno dei temi di ricerca è proprio quello che riguarda il ruolo della conoscenza dei suoli nelle società, dai tempi più remoti fino ai giorni nostri. La storia e l’archeologia ci insegnano che lo stretto rapporto tra i suoli e le società umane è sempre esistito; le vicende storiche sono state direttamente influenzate dalle risorse ambientali, tra le quali anche la qualità dei suoli e la produttività.
Purtroppo la produttività stessa è messa a dura prova proprio a causa del progressivo e preoccupante degradarsi delle qualità dei suoli e questo deve far riflettere circa la situazione dei suoli stessi e quindi dell’ambiente nel nostro Paese. I maggiori aspetti della degradazione ambientale sono, infatti, riconducibili al suolo (erosione, compattamento, formazione di croste superficiali, perdita di struttura, perdita di sostanza organica, salinizzazione, acidificazione) e sono in gran parte imputabili alle attività antropiche.
Nonostante l’accresciuta sensibilità verso i problemi di protezione dell’ambiente maggiore attenzione deve essere ancora rivolta all’impatto delle attività antropiche sul suolo, dal momento che proprio i 2/3 dei suoli del territorio nazionale sono ormai degradati. Nell’ottica di una agricoltura sostenibile, quindi compatibile con la protezione dell’ambiente, si assiste ancora ad alcune pratiche agricole che meriterebbero di essere evitate o comunque corrette.
La difesa dell’ambiente si attua a partire da una corretta gestione del suolo la quale deve avvenire attraverso una pianificazione che tenga conto in primo luogo della vocazionalità dei suoli non solo per le attività agricole ma anche per quelle extragricole.
In numerose pubblicazioni, curate dall’Università di Cagliari e dal Centro di Ricerca per l’Agricoltura in Sardegna, sono state illustrate le conseguenze più gravi della mancanza di conoscenza sul clima e sui suoli nei progetti più importanti per l’agricoltura, la silvicoltura, l’irrigazione, l’espansione urbana e relative conseguenze sociali nei secoli.