Nel 1897, Francis Pharcellus Church, in risposta alla letterina della piccola Virginia, scrisse un editoriale passato alla storia con la celebre frase: "Yes, Virginia, there is a Santa Claus". Un capolavoro di retorica che invitava a credere nella magia, nei sogni e nelle speranze. Dopo quasi 130 anni, verrebbe da chiedersi cosa scriverebbe oggi Church se dovesse rispondere non solo a una bambina curiosa, ma a un'intera società che sembra essersi smarrita in una foresta di credenze bislacche e narrazioni improvvisate, in special modo sui temi ambientali, e in particolare sugli alberi. Perché Church invitava a credere anche in quello che non si vede, ad avere una sorta di fede in Babbo Natale, ma non solo. Lo faceva perché non si perdesse la speranza, specie in un periodo molto travagliato per la nazione americana.
E allora si potrebbe affermare, con una ardita similitudine, e perdonateci: Yes, Public Opinion, There Are Magical Trees...che si curano da soli, che non cadono mai, che non hanno bisogno di una corretta gestione, e che anzi muoiono soltanto per malvagie macchinazioni umane. Si potrebbero quasi sentir risuonare gli echi del "Yes, Virginia, there is a Santa Claus", peccato che stavolta l'invito a credere nella magia sembra venire da movimenti che proliferano soltanto sulla credulità popolare, e non sui legittimi sogni dei bimbi. Si leggono infatti sui social teorie surreali che definiscono i professionisti del verde come "tagliatori seriali" o, peggio, "traditori della natura". I più creativi parlano addirittura di "alberi immortali" e di "energie cosmiche" che, a quanto pare, renderebbero i rami immuni alle leggi della fisica. Attenzione, non ci riferiamo a certi “giardinastri” improvvisati, ma stiamo parlando dei professionisti del verde, quelli che ragionano prima di potare o di decidere di abbattere un albero perché oggettivamente instabile e pericoloso.
Un problema spesso sottovalutato è l'influenza di chi, pur avendo una laurea scientifica o un incarico pubblico di rilievo, alimenta credenze sugli alberi prive di basi logiche ancorché non scientifiche. Confondendo scienza ed emozioni, queste figure rafforzano miti che distorcono l'opinione pubblica, portando a decisioni politiche sbagliate e pratiche di gestione del verde urbano inefficaci.
È fondamentale distinguere tra narrazioni emozionali e fatti oggettivi per affrontare le sfide ambientali con soluzioni basate su evidenze scientifiche.
Mentre gli improvvisati narratori del web costruiscono quindi storie capaci di commuovere e indignare, la Scienza – quella vera – viene ignorata o, peggio, ridicolizzata. Ebbene, l'Accademia dei Georgofili, fin dal XVIII secolo, si batte per diffondere conoscenze scientifiche sull'agricoltura e la gestione del verde urbano, con approcci che integrano ecologia, fisiologia vegetale e sicurezza pubblica. Ma come competere con chi promette fiabe e magia?
Se la Scienza fosse vestita come Babbo Natale, forse avrebbe più successo. Invece, presenta dati, studi su malattie del legno, modelli di crescita e analisi di rischio. Argomenti noiosi, a quanto pare, rispetto all'idea di alberi magici che non cadono mai, che sono immortali. E così, mentre la Scienza prova a spiegare che sì, anche gli alberi invecchiano, si ammalano, possono diventare pericolosi e determinare dei rischi, gli storyteller sui social proclamano teorie di complotti e accuse di distruzione ambientale.
Forse oggi Church scriverebbe: " Sì, Virginia, la gente crede nelle favole sugli alberi. Credono nella resilienza magica, nell'eterna giovinezza, nelle cospirazioni che sfidano la scienza e la ragione. Ma a differenza di Babbo Natale, queste storie non sono innocenti. Modellano l'opinione pubblica e influenzano decisioni politiche, spesso a scapito della sicurezza e del benessere ambientale".
Quello che serve, oggi, è una nuova lettera. E una nuova lettura delle cose. Una lettera, dunque, che parli a una società che ha smarrito il senso critico, che confonde il sentimento per l'ambiente con la scienza ambientale, che preferisce narrazioni emotive a dati verificabili. Una lettera che ricordi che, se vogliamo davvero proteggere gli alberi e l'ambiente, dobbiamo ascoltare la Scienza – quella vera, di cui l'Accademia dei Georgofili è stata, continua e continuerà a essere promotrice.
"Sì, Virginia, Babbo Natale esiste", scrisse Church per rassicurare la bambina. Oggi, sarebbe il caso di scrivere: "Sì, opinione pubblica, esiste la vera scienza. Ed è ora di iniziare a crederci".