Le tecnologie digitali sono destinate a rivoluzionare la gestione della conoscenza da parte degli agricoltori e degli organismi intermedi, come le associazioni, le cooperative, i consulenti. La capacità di comunicazione a distanza sta già mostrando come la distinzione tra presenza fisica e presenza virtuale consenta modalità fortemente innovative nelle operazioni, nell'organizzazione e nella logistica, molte delle quali tutte da esplorare. La grande quantità di dati disponibili consentirà l'automazione di molte operazioni intellettuali: dalla classificazione, alla traduzione, al riconoscimento di immagini e di suoni, alla produzione di testi.
In questo contesto, l'intero sistema delle conoscenze e dell'innovazione in agricoltura, ormai noto come AKIS, è destinato a cambiare completamente la struttura, la composizione, le competenze, e conseguentemente i servizi offerti e la loro modalità di erogazione.
Considerato il loro ruolo nella raccolta e nella gestione dei dati, nell'innovazione, nell'intermediazione con altri attori del sistema come le banche, le pubbliche amministrazioni e gli enti di ricerca, i tecnici sono destinati a costituire i componenti fondamentali degli ecosistemi digitali in agricoltura. Le tecnologie digitali cambieranno infatti le modalità di acquisizione delle informazioni da parte degli agricoltori, rimodellando i modelli di interazione con gli organismi intermedi. Emergeranno nuove funzioni e competenze (ad esempio, valutazione degli strumenti digitali disponibili, supporto all'uso degli strumenti digitali, supporto allo sviluppo di nuovi strumenti, manutenzione software e hardware). Le cooperative si trasformeranno in cooperative di dati, gestendo la condivisione e la compravendita di dati per conto degli agricoltori. Attraverso i big data e l'intelligenza artificiale, i servizi di consulenza organizzati in piattaforme digitali forniranno informazioni automatizzate nel campo della diagnosi delle malattie, della gestione dei parassiti, dell'irrigazione, della gestione del bestiame. Soggetti specializzati emergeranno nel campo della pulizia, dell'aggregazione, dell'analisi, della visualizzazione, della certificazione di dati. Gli agricoltori potranno comunicare più facilmente con le pubbliche amministrazioni attraverso chatbot dedicati, e potranno comunicare direttamente con i consumatori analizzando in modo sistematico le loro caratteristiche e i loro bisogni.
L'obiettivo di costruire ecosistemi digitali è dunque una delle prossime sfide delle strategie di sviluppo rurale. Questo, tuttavia, richiede una profonda trasformazione delle competenze disponibili, sia all'interno dell'impresa agricola che nel sistema dei servizi di conoscenza e di innovazione. Come noto, secondo l'indice DESI l'Italia è collocata al 18° posto tra i paesi europei per livello di digitalizzazione, e l'aspetto relativo al capitale umano è quello in cui l'Italia mostra la maggiore debolezza. La formazione universitaria e della scuola superiore sono ancora in ritardo, e nel prossimo futuro dovranno essere protagonisti di un percorso di revisione e aggiornamento dei curricula e delle tecniche di insegnamento.
In questo ambito, la Commissione Europea ha lanciato il "piano d'azione per l'istruzione digitale", che mira a sostenere l'adeguamento dei sistemi di istruzione e formazione degli Stati membri all'era digitale. Il progetto Agritech EU, "Agricoltura Digitale per lo Sviluppo Sostenibile", finanziato nell'ambito del programma Digital Europe, punta a colmare questo gap. Con un budget di circa 3,5 milioni di euro, cofinanziato al 50% nell'ambito del programma Digital Europe, coordinato dall'Università di Pisa e con la partecipazione del consorzio universitario Quinn, del CNR-ISTI, dell'Università di Macerata, delle Università di Ghent, Atene, Almeria e Montpellier, oltre a alcune aziende nel settore tecnologico, Agritech EU si propone di sviluppare moduli educativi che costruiscano competenze di alto livello nell'ambito della digitalizzazione per un'agricoltura sostenibile, con un'attenzione particolare ai principi dell'agroecologia e dell'innovazione responsabile.
I corsi si baseranno su programmi interdisciplinari che combinano competenze tecnologiche, agronomiche e socio-economiche. Saranno affrontati - tra gli altri - argomenti come la gestione dei dati agricoli, l'agricoltura di precisione, l'uso dei droni per scopi di monitoraggio, l'applicazione dell'intelligenza artificiale, l'automazione delle operazioni agricole, la digitalizzazione della tracciabilità della catena di approvvigionamento. Verranno affrontate le tematiche relative alla digitalizzazione della consulenza in campo agricolo e dell'organizzazione dei relativi servizi. Per ciascuno di questi argomenti saranno analizzate anche le implicazioni socio-economiche, compresi i rischi e le conseguenze non intenzionali, nonché le implicazioni legali. Particolare attenzione verrà posta sulla connessione tra la transizione digitale e la transizione ed ecologica, e il dialogo tra docenti, studenti e imprese sarà sempre indirizzato sulle soluzioni tecnologiche in grado di favorire prodotti e processi più sostenibili. I moduli saranno rivolti principalmente agli studenti laureati in scienze agrarie, informatica e ingegneria informatica. Il progetto svilupperà un catalogo europeo di attività di apprendimento misto, focalizzandosi sull'insegnamento esperienziale, fortemente orientato verso gli strumenti online. Gli studenti potranno frequentare moduli di altri atenei, ed è prevista la mobilità del corpo docente e si lavorerà all'attivazione di lauree congiunte.
Il master 'Agricoltura digitale Sostenibile', previsto all'interno del progetto, svilupperà moduli didattici - i cui materiali saranno ad accesso libero - che potranno essere incorporati anche nelle lauree triennali e magistrali. In definitiva, il progetto potrà contribuire in modo significativo all'adeguamento della cultura digitale in agricoltura per lo sviluppo sostenibile.