Quasi quattromila morti, oltre 2500 feriti, un centinaio di dispersi, danni per 61,5 miliardi di euro. E’ il bilancio del dissesto idrogeologico italiano dal 1944 al 2012 secondo l’ultimo Rapporto ANCE CRESME: il risultato di bombe d’acqua, grandinate, periodi interminabili di siccità, frane e alluvioni.
Eventi meteorologici estremi diventati sempre più frequenti (anche) per colpa dei cambiamenti climatici. Con conseguenze spesso catastrofiche, complice anche la cattiva pianificazione urbanistica. D’altra parte, il consumo del suolo, cioè la cementificazione e la costruzione indiscriminata, è aumentato del 156% dagli anni Cinquanta ad oggi, modificando in modo irreversibile le superfici naturali e rendendole meno resistenti all’effetto delle precipitazioni. Risultato: oggi il 9,6% del territorio italiano (4,2 milioni di edifici su oltre 6000 Comuni in cui abitano 5,8 milioni di persone) è a rischio frane e alluvioni per dissesto idrogeologico.
(ANCE Associazione Nazionale Costruttori Edili – CRESME Centro Ricerche Economiche e Sociali del Mercato delle Costruzioni )