Circa dieci anni fa il nostro Paese ha introdotto una disciplina (“Codice Urbani”) per la tutela del paesaggio, includendo anche quello agricolo, senza tener conto che l’agricoltura è un’attività imprenditoriale e quindi richiede innovazione continua per rimanere competitiva. La sua mutabilità storica non è compatibile con la conservazione e pianificazione del paesaggio.
L’Accademia dei Georgofili ha organizzato il 9 febbraio una pubblica adunanza per discutere proposte correttive sulla vigente disciplina, allo scopo di individuare possibili soluzioni condivise, compatibili con le attività agricole.
Hanno aperto i lavori due relazioni, una di Francesco Gurrieri ed una di Franco Scaramuzzi, entrambi concordi sulla necessità di proporre correttivi al “Codice Urbani” ed alle normative che da questo sono derivate. Gurrieri ha proposto anche un’ ipotesi di tutela limitata a “paesaggi peri-monumentali”. Scaramuzzi ha indicato quattro punti prioritari da contemplare nell’auspicata revisione: 1) aggiungere norme sui danni, responsabilità, indennizzi; 2) escludere i paesaggi agrari dai vincoli del “Codice Urbani”; 3) Tutelare la SAU (superficie agraria utilizzabile); 4) conservare i modelli di agricoltura tradizionale di interesse storico-culturale.
Hanno fatto seguito tre relazioni sugli aspetti giuridici da riconsiderare, sulla legittimità delle norme in discussione, da parte di Guseppe Morbidelli, Nicoletta Ferrucci ed Andrea Simoncini, rispettivamente per il Diritto Amministrativo, il Diritto Agrario e il Diritto Costituzionale.
La traduzione in termini giuridici dei concetti esposti, e l’eventuale loro adozione, spetterà a chi ha la responsabilità di introdurli nella normativa vigente.
Ha poi aperto la discussione un intervento dell’Assessore regionale all’Agricoltura, Gianni Salvadori; ha partecipato all’incontro anche la Prof. Alessandra Marino, Soprintendente per i beni architettonici, paesaggistici, storico-artistici.
(foto: antico paesaggio del Chianti - Fototeca dei Georgofili)