Nuove malattie e nuovi insetti vettori in Italia

di Maurizio Conti
  • 16 January 2013
Nel corso del convegno ‘Vettori di malattie e mutamenti climatici’ tenutosi recentemente a Torino è emerso che, a partire dagli ultimi anni del secolo scorso, focolai di pericolose malattie da importazione dell’uomo e degli animali si sono manifestati in Italia e altri Paesi europei. Sono stati citati i casi di infezione da virus agenti di febbri perniciose quali West Nile Fever (WNF) negli equini (dal 1998) e nell’uomo (2008-2012), ‘Chikungunya’ (dal 2010), ‘Dengue’, anche nella forma emorragica, e  ‘Blue tongue’ o febbre catarrina ovina,  che nel 2001 ha fatto registrare circa 90.000 focolai con oltre due milioni di capi morti o abbattuti per contenere l’epidemia. La frequenza delle infezioni da WNF, causa di una malattia neuro invasiva dell’uomo, è in forte ascesa in quattro Regioni: Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Basilicata e Sardegna. Negli ultimi venti anni, inoltre, sono aumentati sensibilmente anche i casi di malaria e di Leishmaniosi viscerale, entrambe diffuse da vettori. Si tratta di malattie trasmesse da insetti ematofagi - quali zanzare, flebotomi (papatacci) e altri ditteri del genere Culicoides -  più raramente da zecche, soprattutto del genere Ixodes. Questi artropodi sono stati introdotti sia con le malattie trasmesse che separatamente ed hanno potuto insediarsi stabilmente  in Italia in seguito alle variazioni climatiche degli ultimi decenni (‘Global warming’). Gli insetti vettori di maggiore importanza sanitaria ormai stabilizzati nel nostro Paese sono Aedes albopictus , Culex pipiens e Anopheles labranciae mentre le nuove patologie divenute endemiche sono la Dirofilariasi e  la WNF.
Quanto si sta verificando per malattie dell’uomo e degli animali, è avvenuto anche nel caso di virosi delle piante trasmesse da vettori. Già negli Anni Ottanta del secolo scorso, ad esempio, si sono diffusi in Italia l’aleurodide Bemisia tabaci e il tripide Frankliniella occidentalis.  B. tabaci è vettore di virus appartenenti a diversi gruppi tassonomici, incluso quello dell’arricciamento giallo del pomodoro (TYLCV) che ha causato in Sardegna e Sicilia epidemie di tale gravità da far temere per la sopravvivenza di questa coltura. F. occidentalis è invece vettore tipico di  tospovirus  tra i quali l’agente della ‘bronzatura’ del pomodoro (TSWV) è il patogeno più pericoloso perché causa gravi infezioni in molte specie coltivate ed  è estremamente aggressivo.



Le variazioni climatiche non sono però l’unico fattore che ha favorito l’insediamento di nuovi vettori e nuove malattie di importazione in Italia poiché altri mutamenti hanno contribuito, quali la globalizzazione commerciale dei prodotti agrari e il tumultuoso incremento dell’immigrazione e del turismo estero. Anche le colture protette, inoltre, hanno svolto un ruolo cruciale ospitando i primi insediamenti dei nuovi, esotici insetti vettori (come dimostra il fatto che le epidemie sia di TYLCV che di TSWV sono iniziate in questo tipo di colture) e consentendone il graduale adattamento al clima esterno.


Foto dell'Autore (Istituto di Virologia Vegetale, Torino)