Non più misteriose le ricette delle nonne

di Giovanni Ballarini
  • 15 January 2025

Un nipote mi chiede la favolosa e per lui mitica ricetta di un dolce della nonna e vado a scartabellare tra le carte che lei ha lasciato. Numerose sono le ricette scritte a mano, sue o di amiche, vi è qualche ricetta è di una più o meno lontana antenata, molte sono le ricette contenute in ritagli di giornali o ricavate da confezioni di merci alimentari. Proprio da queste ultime scopro l’origine di alcuni piatti che i miei nipoti ritengono segreti di famiglia se non misteriose creazioni della nonna, alla quale va comunque attribuito il merito di una personale esecuzione, secondo la massima di Gualtiero Marchesi che nella ricetta come nello spartito musicale vi è tutto ma non l’essenziale, l’interpretazione.
Quando gran parte degli alimenti era venduto sfuso non vi erano etichette, che invece compaiono sulle merci e prodotti confezionati e su queste vi sono anche ricette, di solito poste sul retro della scatola o involucro, insieme ad altre indicazioni. Questa collocazione non è casuale né è priva di significati e svela il valore che la ricetta ha nel funzionamento comunicativo complessivo della confezione, testo che è anche manifestazione di una marca o di una società di produzione o distribuzione dell’alimento. Ancora poco esplorato è però il ruolo delle ricette che soprattutto nel passato vi erano sulle confezioni di alimenti (Marrone G. – La ricetta sull’etichetta – Convegno di Studi La ricetta liberata, Forlimpopoli 9-10 ottobre 2020). L’interesse per queste ricette sta ora crescendo da quando in America si scopre che l’origine di molte ricette ritenute segreti delle nonne o di famiglia non è popolar-tradizionale, ma industriale e veicolato da etichette diportate sulle confezioni degli alimenti. Oggi s’inizia anche a vedere che si tratta di un fenomeno globale costantemente presente dove è ricercato, come negli Stati Uniti, Nuova Zelanda e India. Questo fenomeno riguarda soprattutto i dolci e i dessert, ma anche contorni, pani e panini, salumi, zuppe, paste e pizze, antipasti, bibite diverse (Mayyasi A. - The Dirty Secret of Secret Family Recipes - Gastro Obscura, 27 February 2018).
Il caso che stiamo esaminando oggi assume aspetti singolari nell’attuale momento di "Newstalgia", quando assistiamo a una rinascita di stili del passato che tornano di moda e quando nella commercializzazione di un prodotto si usano frammenti di relitti storici per suscitare nei consumatori sentimenti emotivi di incanto, meraviglia, romanticismo e magia. Anche per questo oggi circa la metà degli italiani, soprattutto quelli di più di cinquantacinque anni, preferisce ordinare piatti della tradizione collegati ai ricordi anche quando ordina cibo a domicilio. Per i giovani il passato non è inoltre qualcosa di statico, ma può essere utilizzato per alimentare il futuro e nella "Newstalgia" si inventano un presente e un futuro con apparenze antiche. Oggi più di ieri non basta più vendere un alimento sano e salutifero, ma farlo usare in un modo che sappia di una tradizione, e da qui la ricetta sulla confezione. Non più l’”orto del nonno” ma la “ricetta della nonna”, anche se questa la nonna l’aveva ricavata da una confezione preparata e venduta da un’industria.
Prima o poi tutti scoprono che Babbo Natale non esiste e ora iniziamo a scoprire che vi sono ricette che le nonne non avevano inventato o creato, ma letto e ricavato non solo da libri, ma anche da confezioni di alimenti e quindi disponibili a tutti. Come Babbo Natale ai bimbi, anche la torta o il piatto ricavato da una ricetta dettata da un’industria agli adulti sono presentati da una nonna che sa narrarli. In entrambi i casi è il racconto che vale più della sostanza e che anche oggi continuiamo a cercare in un momento di nostalgia, come quella di Giosuè Carducci (1835 – 1907) che ripercorrendo i luoghi che gli furono cari durante l’infanzia racconta dicendo O nonna, o nonna! deh com’era bella / Quand’ero bimbo! ditemela ancor, / Ditela a quest’uom savio la novella / Di lei che cerca il suo perduto amor! (Ode Davanti San Guido, dicembre 1874).