Gli studiosi provenienti da nove Paesi (Italia, Francia, Usa, Canada, Australia, Germania, Brasile, India e Indonesia) hanno sequenziato il genoma di 'Coffea canephora’ (o robusta), che costituisce circa il 30% della produzione mondiale di caffè.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science e l'Italia vi partecipa con ricercatori dell'Enea e dell'Università di Trieste.
“Il genoma del caffè è piuttosto 'semplice’”, spiega Giovanni Giuliano, coordinatore dei ricercatori dell’Enea. “Contiene circa 27 mila geni, contro i 35 mila del pomodoro e della patata, che sono evolutivamente vicine al caffè, ma in cui il genoma si è triplicato circa 70 milioni di anni fa".
Un altro studio recente, pubblicato anch’esso su Science, dimostra che gli insetti impollinatori ritornano più spesso sui fiori ricchi in caffeina per 'bere un altro sorso’ di nettare.
Con il risultato ottenuto, gli scienziati potranno individuare rapidamente geni specifici sui cromosomi del caffè, migliorandone le colture, accelerando lo sviluppo di nuove varietà e aumentando la resistenza delle piante a stress ambientali, come i cambiamenti climatici e i parassiti. Con oltre due miliardi di tazzine al giorno, il caffè è l’infuso più consumato dall'uomo, rappresenta la seconda commodity per valore commerciale dopo il petrolio ed è alla base di una fiorente industria di trasformazione italiana.
Da: Almanacco della Scienza, 17/09/0214