La segnalazione del settembre scorso, dell’accertata presenza, in Calabria, del coleottero nitidulide Aethina tumida, seguita in novembre da quella in Sicilia, apre inquietanti scenari sul futuro dell’apicoltura di quelle regioni italiane ed europee dove le condizioni ambientali (alte temperature e umidità) risulteranno favorevoli al suo stabile insediamento. Il coleottero, di origine Sud-Sahariana, è un parassita secondario di Apis mellifera scutellata con la quale si è coevoluto ed è in grado di tenere a freno le pullulazioni anche grazie alla naturale tendenza alla sciamatura.
La normativa dell’Unione Europea, recepita dall’Italia nel 2004, dopo la prima segnalazione europea in Portogallo, include il coleottero fra i parassiti soggetti a denuncia obbligatoria è impone l’obbligo di segnalarne la presenza alle autorità sanitarie.
L’attuale accertata grave entità delle infestazioni e la diffusione del coleottero in ampi territori della Calabria e della Sicilia, rende evidente che la specie aliena si è ormai stabilmente insediata nelle due regioni e che, pertanto, le misure di eradicazione adottate dal Ministero della Salute sono del tutto inefficaci e paradossalmente favoriranno l’ulteriore diffusione del dannoso coleottero. Le peculiarità del settore apistico rendono difficile individuare molti alveari non denunciati; inoltre è oltremodo arduo localizzare i nidi costruiti dalle api in siti inaccessibili (fenditure di muri, cavità di alberi ecc.) e quelli sotterranei dei Bombi. Tali nidi costituiscono focolai permanenti di infestazione, inoltre gli adulti di A. tumida sono ottimi volatori e oltre a introdursi negli alveari e nei nidi di apoidei, al pari di altri nitidulidi indigeni, frequentano i frutti di varie piante a spese dei quali le larve sviluppano e a maturità, vanno a impupare nel terreno circostante gli alveari.
Pertanto, per fronteggiare la nuova emergenza, va presa in seria considerazione l’esperienza della Florida dove A. tumida è stata segnalata nel 1996, e dopo gli iniziali seri problemi, è attualmente considerata, al pari della tarma della cera, un parassita di secondaria importanza le cui pullulazioni si verificano nei depositi e negli alveari deboli o trascurati. Gli apicoltori americani hanno adottato vari tipi di trappole per la cattura degli adulti, ed effettuato il sistematico monitoraggio delle infestazioni scuotendo i singoli favi su un supporto e rimuovendo gli esemplari caduti. Il costante controllo degli alveari e la loro “forza” sono essenziali per limitare i danni arrecati da A. tumida. In Portogallo il successo dell’eradicazione del coleottero, riscontrato nel candito utilizzato nelle gabbiette per il trasporto delle api regine, illegalmente introdotte dal Texas, si deve alla lieve entità dell’infestazione e alla tempestività con la quale è stato distrutto l’apiario dove erano state introdotte le regine nonché alla rimozione e sterilizzazione del terreno circostante. Ma è impensabile attuare tali misure in Calabria dove nella sola Piana di Gioia Tauro ogni anno vengono introdotti da varie parti d’Italia oltre 20.000 alveari, e dove i focolai sono stati accertati anche altri comuni. In Sicilia la presenza di A. tumida è stata accertata nel comune di Melilli (SR), da parte dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia che ha delimitato un’area di protezione che comprende i comuni di Melilli, Augusta, Sortino, Carlentini e Lentini, tutti ricadenti in un’area nella quale l’apicoltura ha antiche e consolidate tradizioni e che, in relazione alla presenza di abbondanti pascoli apistici è meta del nomadismo da parte di numerosi apicoltori provenienti anche di altre regioni.
Sarebbe pertanto opportuno da parte del Ministero della Salute prendere in considerazione le peculiarità dell’apicoltura italiana e adottare, di concerto con gli apicoltori, misure idonee al controllo demografico integrato della nuova specie invasiva.
Sanitary measures against Aethina tumida, a beetle harmful to bees
Last September’s report verifying the Aethina tumida beetle’s presence in Calabria was followed by a confirmation of its presence in Sicily in November, opening troubling scenarios for the future of beekeeping in those Italian and European regions where climatic conditions (high temperatures and humidity) favor the stable settlement of the beetles. From the south Sahara, this beetle is a secondary parasite of Apis mellifera scutellata with which it co-evolved and is able to control its pullulations also thanks to its natural tendency to swarm.
European Union regulations, which Italy adopted in 2004, include this beetle among those parasites whose presence is subject to compulsory notification and must be reported to the health authorities since its presence in Europe was first verified in Portugal.