In diverse parti del mondo stanno comparendo su riviste specializzate delle sorte di repertori delle specie di insetti edibili. L’ultimo articolo, segnalato anche dal numero del 4 marzo scorso di “All about Feed”, è stato pubblicato il 29 febbraio scorso (Omuse et al., Scientific Reports, 2024: 14).
L’articolo presenta un abstract molto dettagliato e chiaro, tanto che, nel segnalare l’argomento sulla nostra newsletter dei Georgofili, ci possiamo limitare a citarne alcune frasi.
All’inizio si richiama l’allarmante fatto che il nostro pianeta sembra andare verso una fine incerta dovendo, in primo luogo, garantire l’alimentazione a un numero di persone crescente in maniera esponenziale. L’agricoltura tradizionale, insieme alle risorse naturali, sono sempre più in difficoltà per soddisfare la richiesta alimentare per tutti, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici, con tutto ciò che comporta la cosiddetta “transizione energetica green”.
Gli insetti e le loro larve, utilizzabili come alimenti per gli animali in allevamento e per l’uomo, presentano notevoli vantaggi a partire dal basso footprint carbonico ambientale, all’elevato indice di conversione e alle alte prestazioni produttive. Per questo possono giuocare un ruolo determinante nel sistema alimentare globale, compreso quello della nostra specie. Ma persistono delle lacune nella conoscenza delle diversità qualitative fra loro e nella distribuzione e disponibilità geografica globale che sono spesso ostacoli alla utilizzazione degli insetti edibili. Ecco le ragioni dichiarate dagli autori dell’articolo citato per aver compilato ed analizzato quello che hanno chiamato “fragmented database” degli insetti edibili dall’uomo, con la finalità di promuoverne il consumo nel quadro di un sistema alimentare sostenibile.
Sono stai raccolti dati attingendo a svariate fonti (Global Biodiversity Information Facility, i Naturalist, Copernicus Land Service Library, Faostat) e facendo svariate interviste in giro per il mondo. Sono state così identificate 2205 specie di insetti, consumate tradizionalmente dalle popolazioni in 128 Paesi a partire da quelli asiatici (932 specie), in Messico (450 specie), Tailandia (272 specie), India 262 (specie), Repubblica Democratica del Congo (255 specie), Cina (235 specie), Brasile (140 specie), Giappone (123 specie), per finire con il Camerun (100 specie).
Attualmente, dove è praticata l’abitudine a cibarsi di insetti, essa è legata a fattori culturali oltre che, ovviamente, alla diffusione e disponibilità geografica di insetti edibili. Ma, secondo gli autori dell’articolo, la consapevolezza della necessità di cibo sostenibile in futuro spingerà anche i Paesi cosiddetti occidentali a considerare seriamente gli insetti edibili come parte significativa del sistema alimentare planetario.
Ben vengano, allora, dei cataloghi che orientino le nostre scelte gastronomiche future. Sarà come scegliere cosa mangiare al ristorante consultando il menu proposto dallo chef più o meno stellato. Se così stanno le cose, è prevedibile che aumentino i vegetariani e i vegani.