Il cipresso è una pianta che negli anni ha acquisito una crescente importanza dal punto di vista allergologico. Il polline delle
Cupressaceae non solo è altamente allergico, ma è presente in atmosfera in concentrazioni elevate durante il periodo di fioritura a causa della grande diffusione dei cipressi, sia come piante da rimboschimento sia ornamentali in giardini e parchi.
In Toscana e in particolare nell’areale fiorentino, sono presenti, in maniera predominante, due specie afferenti alla famiglia delle
Cupressaceae: il
Cupressus arizonica o cipresso dell’arizona e il
Cupressus sempervirens o cipresso comune (specie maggiormente diffusa). Le due specie presentano periodi di fioritura differenti. Il
C. arizonica, più precoce, fiorisce in Toscana tra la fine di gennaio e i primissimi giorni di febbraio con un ciclo di fioritura della durata di circa 15-20 giorni. Il ciclo di fioritura del cipresso comune è più tardivo e ha inizio dalla metà di febbraio con una durata che si può protrarre anche fino a inizio aprile.
Particolare è stata la stagione di fioritura di quest’anno; infatti, da una prima analisi dei dati aerobiologici e fenologici, possiamo affermare che la stagione pollina appena trascorsa è stata eccezionalmente abbondante e leggermente prolungata. La stagione di fioritura è iniziata a metà febbraio ed è terminata dopo oltre un mese, con una produzione totale di circa 87200 granuli pollinici su metro cubo d’aria (p/m3), circa il doppio rispetto alla media calcolata su 10 anni di rilievi aerobiologici su cipresso (dati ARPAT). Il picco pollinico si è verificato in data 7 marzo con una quantità di 8944 p/m3; dato mai osservato nell’areale fiorentino.
Negli ultimi anni stiamo assistendo a variazioni e modifiche sia nella durata del periodo di fioritura che nella quantità dei pollini aerodiffusi. Numerosi sono i trattati scientifici internazionali che dimostrano come di anno in anno ci sia un anticipo nell’entrata in fioritura di questa famiglia allergenica con conseguenze sempre più importanti sulla popolazione sensibile. Le principali conseguenze sono: precocità all’esposizione dei pollini senza avere il tempo di attuare strategie per mitigare i sintomi da allergia, aumento del periodo di esposizione agli allergeni, maggiore quantità di allergeni in atmosfera, sensibilizzazione all’allergene in quei soggetti non ancora allergici.
Anche se le cause sono di difficile determinazione possiamo affermare che i cambiamenti climatici in atto giocano un ruolo rilevante sulla fenologia delle piante determinando anticipi nella fioritura con produzione di pollini più abbondante.
Inoltre studi epidemiologici hanno dimostrato che l'urbanizzazione, gli alti livelli di inquinamento e lo stile di vita “occidentalizzato” sono correlati ad un aumento della frequenza di allergie alle vie respiratorie indotte da pollini. La sensibilizzazione sembra prevalente nelle persone che vivono in aree urbane rispetto a quelle che vivono in aree rurali.
(foto:Emissione di pollini in atmosfera durante il periodo di fioritura del
Cupressus Sempervirens, su gentile concessione del dott. Tommaso Torrigiani)
articolo PDF