Quando e perché l’uomo usa il latte animale? Certamente per berlo o farne formaggi di cui nutrirsi e questo sarebbe avvenuto nell’antica Mesopotamia, nell’Egitto dei faraoni o in altri luoghi dell’Asia o Europa qualche migliaio di anni fa. Ma non è così perché molto, ma molto prima, in un’area a cui non si pensava e non per uso alimentare, l’uomo ha iniziato a usare il latte animale: quasi cinquantamila anni fa, in Africa e per motivi artistici, in particolare per fare pitture durevoli sulle rocce e con ogni probabilità decorare il suo corpo. Sappiamo questo per una serendipità, una recente scoperta avvenuta non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un'altra e studiosi italiani studiano tracce di pittura in un grande rifugio roccioso africano di quarantanove mila anni fa e la trovano eseguita con ocra e caseina bovina (Villa P, Pollarolo L, Degano I, Birolo L, Pasero M, Biagioni C, et al. - A Milk and Ochre Paint Mixture Used 49,000 Years Ago at Sibudu, South Africa - PLoS ONE 10 (6), 0131273, 2015).
Cinquecento secoli fa sulla terra vivono ominidi di diverse specie: i Neanderthal, i Denisova e i Cro-Magnon o Homo sapiens da molto tempo presenti in Africa Meridionale. Questi ultimi sono particolarmente intelligenti e dotati di un senso artistico che li porta a dipingere il proprio corpo e a tracciare sulle pareti di rocce segni con un’ocra che si mantiene nel tempo arrivando fino ai giorni nostri perché questo colorante è stato preparato con il latte di un bovino. L'ocra nei suoi diversi colori dal giallo al rosso scuro, dopo essere stata ridotta a polvere finissima con macine o strumenti di pietra, dall’uomo preistorico è miscelata con un liquido e usata nella conservazione delle pelli di animali, per decorazioni sul corpo durante riti e per lasciare le impronte di mani, tracciare segni e dipingere oggetti e figure. Antichissima è la pittura ad acqua e precede quella con altri veicoli, ma ocra e acqua ha il difetto di scomparire rapidamente e per questo l’uomo ha cercato di fare dei composti che ne permettessero brillantezza, una buona aderenza e soprattutto una lunga conservazione. Probabilmente l’ocra e altri pigmenti sono stati miscelati a grasso, midollo e sangue animale, uovo e olio o resine vegetali o altro, ma senza ottenere il risultato desiderato come quello che si hanno con il latte che contiene la caseina, tutt’ora usata come adesivo e fissativo del colore e che permette di avere una pittura durissima e resistentissima in ambienti riparati. Come questo sia avvenuto cinquecento secoli fa non possiamo dirlo, forse si è notato che i bambini allattati dalle loro madri spesso rigurgitano un poco di latte che si appiccica attorno alle loro labbra e che i piccoli coaguli di latte sulla pelle o su una pietra persistono nel tempo, per cui una miscela di latte e ocra può dare una pittura resistente. L’uomo non ha ancora inventato l’addomesticamento degli animali e nella regione africana del ritrovamento vi sono molti bovini selvatici come l'antilope o eland (Taurotragus oryx), il kudu (Tragelaphus strepsiceros), l'impala (Aepicerus melampus), la piccola antilope o bushbuck (Tragelaphus scriptus) e il cefalofo rosso e blu (Cephalophus natalensis e Philantomba monticola). Le femmine in gravidanza avanzata o in procinto di partorire sono facili prede e hanno già le mammelle piene di latte che può essere raccolto in una sacca di pelle o nella vescica dell’animale per essere miscelato con l’ocra ottenendo una pittura che ben aderisce e si e mantiene nel tempo sul corpo, protegge la pelle e ben si presta per dipingere su una superficie rocciosa o su lastre di pietra.
Ottenere latte da un bovide selvatico in allattamento e mescolarlo con l'ocra per farne decorazioni e pitture è una sperimentazione creativa e un colorante persistente come l’ocra miscelata con il latte animale diviene un importante elemento nella vita di una società umana che sta evolvendo cercando nuove tecniche di comunicazione simbolica, nella quale i segni, le pitture e le immagini stanno divenendo importanti elementi di una memoria, non più soltanto trasmessa di generazione in generazione con la parola e i canti, ma anche con oggetti e immagini che devono avere lunga vita, come quelle che tracciate con l’ocra mescolata con il latte. Per questo, l’uso del latte per ottenere pitture di ocra di lunga conservazione può divenire un importante elemento nella vita sociale degli uomini cacciatori-raccoglitori molto probabilmente favorendone il successo, ma sarà solo dopo centinaia di secoli che il latte di qualche ruminante addomesticato diverrà anche un alimento.