L’Aglione della Valdichiana è, a pieno titolo, uno dei tanti prodotti autoctoni della migliore tradizione gastronomica chianina e in questa à racchiusa la nostra identità, la nostra cultura, la nostra memoria, la nostra economia, ma soprattutto la nostra salute. Per garantirne la bontà, genuinità e remunerazione è assolutamente necessaria una integrazione sinergica e interconnessa delle tecniche agronomiche tradizionali con le innovazioni digitali dell’agricoltura in modo da ottimizzare i processi produttivi rendendo la coltivazione più efficiente, più sostenibile dal punto di vista economico e socio-ambientale e perfettamente tracciabile da parte del Consumatore. Ogni territorio della nostra Penisola ha i propri prodotti tipici, vere eccellenze produttive dal punto di vista qualitativo (es. aroma e gusto) frutto di un’accurata selezione operata nel tempo dagli agricoltori/consumatori. Purtroppo a partire dalla metà del XX secolo, con la crescente globalizzazione dei mercati, abbiamo assistito ad un progressivo abbandono della coltivazione di molte produzioni autoctone che erano l’espressione della tipicità di un territorio, della sua storia, della sua cultura della sua tradizione culinaria e delle abitudini alimentari del popolo indigeno. L’Aglione della Valdichiana era una di queste eccellenze produttive autoctone la cui coltivazione, fino a qualche anno fa, era divenuta marginalissima, ridotta a qualche orto familiare per l’autoconsumo, pochissimi erano gli appezzamenti destinati al mercato. C’era veramente il rischio che la sua coltivazione venisse definitivamente abbandonata con perdita non solo di un ottimo ortaggio per le nostre tavole, ma anche di biodiversità genetica. Fortunatamente, grazie all’impegno e lungimiranza di molti attori (Comuni della Valdichiana senese e aretina; Qualità e Sviluppo Sociale, una società nata dalla Comunità Montana del Cetona con il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e l’Associazione Unione Provinciale Agricoltori di Siena; Istituto Tecnico Agrario Statale “A.Vegni” di Capezzine-Cortona e Associazione Amici del Vegni; una trentina produttori), siamo riusciti ad evitare questa Waterloo produttiva iniziando un lungo percorso di rivalorizzazione di questo ortaggio. Come prima tappa è stata l’iscrizione dell’Aglione della Valdichiana, nell’aprile del 2016, tra i PAT (Prodotti Agricoli Tradizionali) della Toscana e nel maggio dello stesso anno tra i PAT italiani con decreto MIPAF. Sempre nel 2016 esce la prima edizione della monografia sull’Aglione della Valdichiana scritta da Santiccioli e Tremori, i quali intraprendono una intensa attività divulgativa con incontri e convegni (coinvolgendo non solo la carta stampata, ma anche le TV locali e nazionali) volti a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla qualità organolettiche e nutraceutiche di questo ortaggio caduto in via di estinzione. Il 20 Gennaio 2017 nasce a Montepulciano l’Associazione per la tutela e valorizzazione dell’Aglione della Valdichiana che annovera tra i soci una trentina di produttori della valle del Clanis affiancati da rappresentanti delle associazioni di categoria degli agricoltori di AR e SI (CIA, Coldiretti e Unione Agricoltori) e di Istituzioni pubbliche (nove Comuni della Valdichiana senese e otto di quella aretina). Molte sono state le iniziative intraprese da questa Associazione che nel 2018 fa iscrivere l’Aglione nel Registro Regionale delle Risorse Genetiche Autoctone di Interesse agrario della Regione Toscana. Ma il sogno era quello di arrivare un giorno alla DOP. Poiché questa Associazione comprendendo Istituzioni pubbliche non poteva richiedere la DOP, è stata creato nel 2020 un soggetto parallelo privato chiamato con l’acronimo GOVAV (Gruppo Operativo Vero Aglione della Valdichiana) e costituito da una settantina di produttori non solo della Valdichiana toscana (senese e aretina) ma anche di quella romana umbra. L’Aglione è riuscito a far superare per la prima volta tutti i campanilismi amministrativi e politici tra la Regione Toscana e Umbra, in una sorta di stringiamoci “a coorte” per un obiettivo comune: quello della DOP. Tutto il Dossier che è stato preparato è adesso giacente presso il MIPAF in attesa dell’approvazione (si spera) per poi inviare gli incartamenti a Bruxelles. Attualmente l’Aglione della Valdichiana è ancora una coltivazione di nicchia, si coltivano circa di un centinaio di ettari con una produzione globale di 15.000 Q di bulbi (considerando un investimento di 50.000 piante per ettaro e una resa media di 300 grammi per capo costituito da in genere da 6 bulbilli, ma a volte possono ridursi anche a tre). Di questa produzione una parte (circa il 20%) non può essere immessa nel mercato perché reimpiegata nelle nuove piantagioni. Il prezzo medio di vendita franco produttore oscilla dalle 10-15 Euro al momento della raccolta (giugno). Poiché nel corso della conservazione il peso dell’Aglione cala sensibilmente (anche fino al 50% del peso iniziale dopo 2-3 mesi) è chiaro che anche il prezzo di vendita aumenterà. Sui mercati della GDO il prezzo supera le 20 Euro al Kilogrammo per arrivare in qualche mercato della piccola distribuzione anche a 35-40 Euro/Kg.
Per saperne di più vi invitiamo a consultare la pubblicazione di Gianfranco Santiccioli, Graziano Tremori e Marco Mearini –" L’Aglione della Valdichiana” – Ed. Studio AMV Cortona, II ed. 2021 organizzato in capitoli: una prefazione degli Autori, una presentazione del Prof. Piero Luigi Pisani Barbacciani, origini e diffusione della pianta, stato e prospettive, caratteristiche botaniche, esigenze ecologiche, tecniche colturali, avversità e difesa, proprietà nutrizionali e medicinali.