I crolli di alberi avvenuti a Firenze nelle ultime settimane, anche durante condizioni meteorologiche non eccezionali, hanno giustamente causato un serio allarme tra la popolazione della città e pongono questioni più generali, anche scientifiche, relative alla manutenzione e sorveglianza dell’arredo arboreo urbano.
Il collega prof. Francesco Ferrini, in una recente intervista, ha evidenziato come il monitoraggio della salute e della stabilità degli alberi sia una attività professionalmente complessa, che evidenzia la necessità di competenze diverse. Oltre a quelle selvicolturali, riguardanti soprattutto la struttura degli alberi, l’equilibrio della chioma e la competizione tra gli individui, vi è l’esigenza di adeguate competenze fitopatologiche. E’ infatti necessario saper riconoscere malattie e attacchi patogeni spesso incipienti, oppure interni all’albero, non evidenti ad un esame esterno. Accanto all’esame visivo e con il martello da selvicoltore, vi sono anche strumenti e tecniche, per la verità in alcuni casi piuttosto costose, che consentono di rilevare lo stato di salute degli alberi al loro interno. Ma, come ha evidenziato il prof Ferrini, rimane sempre il problema degli apparati radicali, di difficile monitoraggio. Molti eventi di crollo di alberi sono riconducibili al cedimento degli apparati radicali, che può avvenire a causa dell’insorgenza di patogeni oppure perché l’apparato radicale è di ridotta estensione e non è più in grado di sorreggere le tensioni prodotte da un albero di grandi dimensioni. Un albero di età matura e di dimensioni elevate ha bisogno di un apparato radicale più o meno profondo e allargato. La distribuzione delle radici nel suolo è determinata dalla specificità della varietà arborea, ma soprattutto dalla natura del suolo e dalla sua gestione. Suoli di limitato spessore per la presenza di roccia superficiale, di orizzonti di suolo impenetrabili, o di una falda acquifera, oppure con una costituzione mineralogica dominata da argille dinamiche, inducono condizioni di rischio potenziale di crollo per piante di dimensioni maggiori. Ma anche la gestione del suolo è di importanza fondamentale. Le radici degli alberi respirano e hanno bisogno di ossigeno. Suoli compattati dal calpestamento, umano o di macchinari pesanti, portano a condizioni di asfissia, che favoriscono l’insorgenza e diffusione di patogeni a carico degli apparati radicali, evidenziati da marciumi, che minano la portanza delle radici.
Nella valutazione dello stato di salute e della stabilità degli alberi è quindi indispensabile anche una perizia pedologica, che valuti la natura del suolo e la sua salute, in riferimento alla sua capacità di assicurare la stabilità degli alberi. Un importante servizio ecosistemico del suolo in città, quasi sempre dimenticato!
L’indagine sul suolo può essere condotta tramite semplici carotaggi, che consentono anche di raccogliere campioni a diversa profondità per le analisi fisiche, chimiche, biologiche del suolo, ed eventualmente anche per il monitoraggio della presenza di sostanze nocive alla salute delle piante e dell’uomo. E’ possibile però realizzare anche indagini più sofisticate, come quelle geoelettriche, in grado di fornire una visione tridimensionale della distribuzione dell’apparato radicale.
La valutazione della stabilità degli alberi in città è una attività che andrebbe sicuramente molto migliorata e connessa alla manutenzione delle stesse aree verdi. E’ chiaro che in condizioni di suoli a rischio elevato di compattamento e conseguente anossia, come quelli alluvionali a tessitura limosa, presenti di frequente nei parchi e giardini fiorentini, è necessario evitare l’eccessivo calpestamento e soprattutto è da evitare che siano interessati dal passaggio di macchinari pesanti. Con il compattamento, soprattutto in condizioni di terreno umido, si provocano danni permanenti alla struttura del suolo, di difficile e lungo rimedio.
Dal punto di vista scientifico e tecnico, si stanno finalmente diffondendo gli studi riguardanti la salute dei suoli in città, che dimostrano l’importanza della conoscenza dei loro servizi ambientali. Sarebbe auspicabile che per la manutenzione del verde urbano, e in particolare per il monitoraggio della stabilità degli alberi, si sviluppassero ricerche specifiche, integrando i diversi aspetti selvicolturali, fitopatologici e pedologici, magari producendo appositi sistemi di supporto alle decisioni, che guidino i rilievi dei professionisti e aiutino a prendere decisioni relative alla manutenzione ordinaria e straordinaria. Sarebbe altresì auspicabile l’adozione di tecniche innovative, come quelle geoelettriche e radiometriche, che ormai si stanno diffondendo nell’ambito degli studi volti a realizzare un’agricoltura di precisione. L’obiettivo generale dovrebbe essere quello di arrivare a gestire i suoli urbani, in particolare quelli dei parchi e giardini pubblici, con un grado di precisione tale da consentire una gestione ottimale, tale da evitare rischi per la pubblica incolumità. Da sottolineare infine che, in un’ottica di gestione di precisione dei suoli urbani, non solo si ridurrebbe il rischio di caduta degli alberi, ma si migliorerebbero anche gli altri servizi ambientali, quali il drenaggio idrico, il sequestro di carbonio, il miglioramento dell’aria e del clima urbano, e il mantenimento della biodiversità.
FIGURA Resistività elettrica del sistema radicale di Pinus Pinea.jpg. a) vista 3D b) 25 cm sotto la superficie c) sezione verticale. Estratto da Cimpoiaşu, et al. 2020.
Foto: albero crollato nella scuola Vittorio Veneto di Firenze lo scorso 8 marzo 2023.