Delle numerosissime specie del genere
Euphorbia alcune sono coltivate a scopo ornamentale e di quest’ultime particolarmente apprezzato è l’ibrido
Euphorbia x lomi Rauh (ottenuto da
E. milii ed
E. lophogona), arbusto sempreverde con steli spinosi, foglie oblunghe verde chiaro e fiori apicali di colore rosa, giallo o arancio. Da qualche anno, su tale ibrido, in alcuni vivai siciliani, sono state riscontrate saltuarie infestazioni dell’endemico lepidottero piralide
Nephopteryx divisella Duponchel, le cui larve, in Sicilia, sono comuni sulle euforbie spontanee
E. ceratocarpa Ten.,
E. characias L. ed
E. myrsinites L.Le femmine del lepidottero, lunghe circa 22 mm, con ali di colore marrone scuro, depongono le uova in gruppi di 10-15 elementi sulle foglie di euforbie spontanee e coltivate. Le larve, che nascono dopo una decina di giorni dalla deposizione, sono di colore variabile dal verde al nocciola chiaro, presentano la capsula cefalica nera e due strisce longitudinali brune. Le giovani larve sono gregarie e secernono fili sericei con i quali, fra le foglie attaccate, costruiscono provvisori ricoveri all’interno dei quali si alimentano dei tessuti fogliari e dei meristemi apicali. A maturità diventano solitarie e impupano entro bozzoli sericei sulla pianta nutrice. La specie è tendenzialmente omodinama e, in condizioni ottimali, può svolgere una generazione in due mesi circa; tuttavia, di norma, in Sicilia svolge 4 generazioni annuali. Considerata l’attività trofica delle larve a spese di Euforbie spontanee, la Piralide è stata presa in considerazione quale possibile agente biotico per il controllo biologico dell’infestante
Euphorbia esula che, accidentalmente introdotta nell’800 in America, si è ampiamente diffusa ed è stata inserita fra le
“invasive species” dall’United States Department of Agriculture. I saggi preliminari, effettuati in laboratorio, hanno evidenziato che le larve del lepidottero si nutrono anche a spese delle euforbie ornamentali
Euphorbia milii ed
E. trigona e pertanto
N. divisella non è stata inserita nel programma di lotta biologica alla infestante
E. esula. In Sicilia le larve della piralide vengono parassitizzate da imenotteri icneumonoidei dei generi
Sinophorus e
Habrobracon tuttavia la loro attività non riesce a limitare i danni alle foglie. Efficaci, nei confronti delle larve sono i trattamenti con i formulati a base di
Bacillus thuringiensis e con i PPO a base di imidacloprid reperibili in commercio che possono essere impiegati in ambiente urbano su piante ornamentali.
Foto 1.
Euphorbia x lomi (http://farm3.static.flickr.com/2541/4091974095_c9821818ed.jpg)
Foto 2. Larve della Piralide su
E.x lomi (Foto Salamone)