Kiwi, non solo vitamina C

di Giovanni Ballarini
  • 15 May 2024

Il Kiwi o kivi (Actinidia chinensis var. deliciosa), un frutto commestibile di una pianta originaria della Cina meridionale dove si coltiva da circa sette secoli, arriva in Inghilterra all'inizio dell'Ottocento e alla fine del Novecento si diffonde in Europa e soprattutto in Italia attraverso le coltivazioni presenti in Nuova Zelanda, da dove prende il nome dal kiwi (Apteryx Shaw, 1813) uccello inadatto al volo e simbolo di quest’ultimo paese.
Di questo frutto sono note le qualità gastronomiche che ne hanno decretato il successo e le sue caratteristiche nutrizionali. Il kiwi verde (Actinidia deliciosa) e quello giallo (Sungold, A. chinensis) si distinguono tra gli altri frutti comunemente consumati per la loro composizione nutrizionale perché eccezionalmente ricchi di vitamina C. Il kiwi verde ha due volte e quello giallo hanno tre volte la quantità di vitamina C delle fragole o delle arance. Il kiwi ha un alto contenuto di potassio, magnesio, vitamine, rame, ferro e fibre e con un basso contenuto calorico (quarantaquattro kilocalorie per cento grammi) perché è costituito da circa l'ottantaquattro per cento di acqua, il nove per cento di carboidrati e da tracce di grassi e proteine.
Dalla fermentazione dei kiwi, in quelle zone dell’India dove la pianta del kiwi è utilizzata a scopo ornamentale senza consumare il frutto, si ottiene una bevanda alcolica denominata vino di kiwi, probabilmente per non buttare il prodotto della pianta. Da qui oggi vi è la possibilità di utilizzare i kiwi troppo maturi, ammaccati o per altri motivi non adatti alla vendita per produrre un vino di kiwi per chi è attento ai prodotti biologici e alla limitazione degli sprechi.
Se il kiwi era noto per l’alto contenuto di vitamina C, E e K e potassio, oggi se ne stanno scoprendo altre sue importanti qualità che meritano di essere segnalate. Il kiwi contiene infatti folati, carotenoidi e altre sostanze fitochimiche e il suo consumo regolare nell'ambito di una dieta equilibrata dimostra effetti benefici sulla funzione immunitaria e sulla difesa antiossidante. Nella funzione gastrointestinale migliora la digestione delle proteine e allevia la stitichezza. Nel tratto respiratorio superiore previene le infezioni migliorandone i sintomi. Infine, il consumo regolare di kiwi è stato associato a miglioramenti dell'umore. Tutti questi effetti, oltre che alle vitamine sono da attribuire alle sostanze fitochimiche che lavorano sinergicamente nella matrice alimentare (López-Sobaler A. M., Aparicio Vizuete A., Ortega Anta R. M. - Nutritional and health benefits associted with kiwifruit consumption – Nutr. Hosp. 12; 33, Suppl. 4, 340, 2016).
Di particolare interesse è che otto studi nel loro insieme suggeriscono che un’alimentazione con kiwi può essere associata a effetti antitumorali diretti e indiretti. I primi sono attribuibili alla riduzione del danno ossidativo del DNA mediata dall'acido ascorbico e all'effetto citotossico sulle linee cellulari tumorali. I secondi sono da riferire all'aumento dei movimenti intestinali quotidiani e del contenuto fecale intestinale dei batteri lattici che contribuirebbe a ridurre il rischio di neoplasie maligne, in particolare il cancro del colon-retto (Lippi G., Mattiuzzi C. - Kiwifruit and Cancer: An Overview of Biological Evidence - Review Nutr. Cancer. 72 (4), 547-553, 2020).
Numerosi studi rivelano che il kiwi contiene molti composti, tra cui antiossidanti e serotonina, utili nel trattamento dei disturbi del sonno. Studi in proposito usando parametri soggettivi e oggettivi della qualità del sonno dimostrano che dopo quattro settimane di consumo di kiwi vi è un significativo aumento del tempo totale e dell'efficienza del sonno (Hsiao-Han Lin, Pei-Shan Tsai, Su-Chen Fang, Jen-Fang Liu - Effect of kiwi fruit consumption on sleep quality in adults with sleep problems - Asia Pac. J. Clin. Nutr. 20 (2), 169-174, 2011).