“Il pomodoro: storia di un immigrato di successo”, di Luigi Frusciante e Nunzio D’Agostino, edito da Rogiosi nella collana “Schegge di conoscenza”, è un saggio avvincente che accompagna il lettore in un viaggio affascinante alla scoperta di uno degli ingredienti più iconici della cucina globale: il pomodoro. Intrecciando sapientemente storia, scienza e cultura, gli autori rivelano come, dietro il rosso brillante dei suoi frutti, si celi una vicenda fatta di migrazioni, adattamenti culturali e rivoluzioni gastronomiche.
Il pomodoro, infatti, affonda le sue radici nelle Americhe precolombiane, per poi intraprendere un lungo viaggio oltreoceano verso il Vecchio Mondo, inizialmente una terra sconosciuta e ostile. Considerato per lungo tempo un “immigrato scomodo”, a causa della sua somiglianza con piante velenose come la mandragora e la belladonna, l’ortaggio venne relegato nei giardini botanici come curiosità esotica. Tuttavia, grazie alla sua straordinaria capacità di adattamento, il pomodoro riuscì a conquistare il palato e il cuore delle popolazioni, fino a diventare un simbolo indiscusso del made in Italy e della dieta mediterranea.
Il testo non manca di sottolineare il ruolo cruciale del pomodoro nello sviluppo dell’industria alimentare italiana e nella nascita dell’industria conserviera, rivelando il contributo di figure chiave come Francesco Cirio e i fratelli Pietro e Paolo Signorini, che hanno reso possibile la sua diffusione su scala globale. Il pomodoro si è trasformato in un prodotto essenziale non solo per l’economia italiana, ma anche per la cultura gastronomica mondiale. Gli autori danno particolare risalto a due varietà d’eccezione: il Re Umberto, il “pomodoro Re”, e il San Marzano, il principe dei pomodori, definito da Frusciante e D’Agostino “il pelato irresistibile”, un gioco di parole che celebra l’eccellenza di questo frutto, amato in tutto il mondo per la sua dolcezza, consistenza e sapore unico.
Un capitolo significativo è dedicato al legame inscindibile tra il pomodoro e la pasta, due elementi che hanno trovato in Campania la loro patria d’adozione, dando vita ad alcune delle ricette più celebri della tradizione culinaria mondiale.
Ma non è solo una questione di storia e cultura: il pomodoro è anche protagonista di una straordinaria avventura scientifica. Ricercatori di tutto il mondo gli hanno dedicato tempo e risorse per esplorarne i segreti genetici. Il suo cammino nella scienza ha avuto un momento di svolta con il sequenziamento del genoma della varietà Heinz 1706, che ha permesso di mappare circa 35.000 geni della specie, svelando i meccanismi genetici che regolano morfologia, dimensioni, colore, aroma e resistenza agli stress ambientali. Questo studio pionieristico ha innescato un vero e proprio effetto domino, dando vita ad ambiziosi progetti di ri-sequenziamento e alla creazione del pan-genoma, un vasto archivio che raccoglie l’informazione genetica di molteplici individui. Questa scoperta ha aperto un nuovo capitolo nella comprensione della straordinaria biodiversità del pomodoro, rivelando un universo genetico ancora in gran parte da esplorare.
Gli autori scrivono: “Il profondo sguardo nel genoma del pomodoro non è solo un viaggio attraverso le sue origini, la sua storia evolutiva e i suoi segreti, ma una porta aperta verso un futuro di straordinarie possibilità.” Tecnologie avanzate come le TEA (Tecnologie di Evoluzione Assistita) offrono oggi agli scienziati la possibilità di modificare il DNA con una precisione senza precedenti. “Conoscere ogni singolo dettaglio del suo DNA apre, infatti, le porte all’innovazione”, affermano gli autori, sottolineando come queste ricerche offrano prospettive affascinanti per migliorare la resistenza alle malattie, ottimizzare la qualità nutrizionale e sviluppare varietà di pomodoro capaci di prosperare in condizioni climatiche sempre più estreme.
Nell’ultimo capitolo, il più tecnico, gli autori abbandonano il ruolo di narratori per indossare quello di genetisti esperti. Si immergono così nel racconto dell’affascinante evoluzione genetica del pomodoro. Sebbene sia una pianta autogama, capace di autoimpollinarsi, negli ultimi decenni il pomodoro si è trasformato in una pianta ibrida. L’ibridazione ha permesso di sfruttare i benefici derivanti dall’incrocio di linee genetiche diverse, dando vita a varietà con caratteristiche superiori rispetto ai genitori. Questo fenomeno, noto come eterosi, conferisce al pomodoro un vigore ibrido che lo rende più resistente, produttivo e robusto. Grazie a questa trasformazione, sono nate varietà in grado di rispondere alle sfide sempre più ambiziose di resilienza e sostenibilità, rendendo il pomodoro il frutto perfetto per la coltivazione su larga scala e per il mercato globale, un simbolo di innovazione e adattamento alle esigenze del mondo moderno.
In questa recensione ho accennato solo ad alcune delle tappe più affascinanti di questa straordinaria storia. Per scoprire ogni dettaglio e svelare i numerosi segreti che essa custodisce, non vi resta che immergervi nelle pagine di questo avvincente saggio. Buona lettura!