L’esigenza di individuare piante “nuove” da destinare all’alimentazione è cresciuta negli ultimi anni, anche come reazione alla sempre maggiore omologazione dei consumi alimentari, denunziata da più parti; la FAO (2010), ad esempio, stima che delle 10.000 specie utilizzate a fini alimentari alle origini dell’agricoltura, solo 150-200 specie siano oggi ampiamente impiegate e solo 4 (riso, frumento, mais e patata) assicurino il 50% del fabbisogno calorico della popolazione mondiale. Di contro l’agrobiodiversità è un tratto importante della sostenibilità del sistema agricolo, per cui l’individuazione di piante edibili è ritenuta una strategia efficace per la sicurezza alimentare. Le piante minori o poco utilizzate da “cibo per i poveri” si sono trasformate in strumenti importanti per arricchire la dieta di sostanze utili alla salute.
Fra i prodotti “edibili”, particolare attenzione stanno destando i fiori, il cui consumo è in incremento a livello mondiale. La popolarità è evidenziata dalla loro diffusione nella gastronomia, dalla pubblicazione di volumi divulgativi sull’impiego dei fiori edibili, dai numerosi siti e pagine web ad essi dedicati.
A prima vista i fiori sembrerebbero fra gli organi vegetali più improbabili ai fini alimentari, anche perché piuttosto effimeri e privi di quel contenuto calorico, in passato utilizzato per valutare la qualità degli alimenti. Oggi invece si sottolinea frequentemente come questi organi siano una fonte preziosa di elementi minerali e non solo, al punto da essere considerati una nuova e interessante fonte di alimenti nutraceutici e di principi medicinali. Recenti ricerche indicano la presenza di sostanze bio-attive o fitochimiche, soprattutto antiossidanti, con un elevato potenziale terapeutico, in grado di prevenire malattie o promuovere meccanismi di difesa immunitaria. La qualità, freschezza e sicurezza igienico-sanitaria del prodotto dipendono dalle attenzioni prese in fase di coltivazione, raccolta e conservazione. Molti dei fiori edibili minori, non oggetto di specifica coltivazione, sono prelevati in natura, mentre quelli più conosciuti (es. rose, crisantemi, garofani, tageti, fiordalisi) provengono da giardini o da coltivazioni specializzate.
I fiori edibili possono essere utilizzati crudi o cotti per guarnire o come parte integrante di un piatto, in insalate o macedonie. Da molti fiori possono essere ottenute delle frittelle (dai classici fiori di cucurbitacee ad alcune acacie); altri possono essere cotti al vapore, bolliti, saltati in padella, grigliati o usati per fare zuppe o per preparare il curry. Possono anche essere canditi o congelati in cubetti di ghiaccio per essere utilizzati in bevande; spesso sono usati per aromatizzare tè o vino. In ogni caso i fiori edibili rappresentano una fonte alimentare decisamente intrigante, capace di associare al massimo livello possibile l’aspetto ornamentale con quello alimentare delle piante.
Edible flowers: are they a resource for the future?
Agro-biodiversity is an important aspect of agricultural system sustainability, therefore identifying edible plants is considered an efficient strategy for food safety. Considered “poor people’s food”, minor and less used plants have become important for enriching the diet with useful healthful substances.
Among the “edible” products, special attention is being given to flowers whose consumption is increasing worldwide. Their popularity is evidenced by their spread within gastronomy, the publication of informative books on the use of edible flowers, and the many sites and web pages dedicated to them. Edible flowers can be eaten raw or cooked as a garnish or an integral part of a dish, and in green and fruit salads.