Martedì 25 gennaio il Sottosegretario Gianni Letta ha tenuto a
battesimo, a Ladispoli, il progetto GenEticaMente denominato di “ricerca
partecipata”, fungendo da più alto punto di riferimento per un accordo
tra 7 ministeri (Università e Ricerca, Agricoltura, Economia, Ambiente,
Beni culturali, Sviluppo economico, Affari Esteri e Politiche
Comunitarie) e una fondazione privata diretta dal dottore in filosofia
Mario Capanna. Partecipanti attivi all’incontro erano il Governatore
della Puglia Vendola ed il presidente di COOP Tassinari.
Il progetto
risulterebbe finanziato con 20 milioni di euro per i prossimi quattro
anni, e si propone di utilizzare una serie di piattaforme genetiche
intese a realizzare il miglioramento delle piante di interesse agricolo
senza ricorrere agli OGM, secondo la “nuova” tecnologia MAS che è
tutt’altro che nuova tanto che numerosi gruppi di veri scienziati
italiani usano queste tecnologie da trent’anni.
La comunità
scientifica italiana giudica imbarazzante e umiliante che in un momento
di carenza di fondi per la ricerca, endemica nel nostro Paese ma oggi
aggravata dalla crisi economica, industriale ed occupazionale, si siano
trovati 20 milioni di euro per un progetto che prescinde da qualunque
parametro di meritocrazia e da qualunque standard internazionale di
valutazione della ricerca. Colpisce in particolare che lo stesso governo
e lo stesso ministro che hanno recentemente promosso una legge di
riforma che mette al centro del processo di finanziamento della ricerca
il principio della valutazione fra pari per la selezione dei progetti di
ricerca e ricorre all’istituzione di un Comitato Nazionale dei Garanti
per la ricerca per assicurare il buon funzionamento di tali procedure di
valutazione (Art. 20 e 21, legge 30/12/2010, n. 240) poi diano il loro
appoggio istituzionale e finanziario ad un progetto “di ricerca” che
sfugge completamente a tali virtuosi principi.
Gilberto Corbellini Prof. Ordinario di Bioetica - Università La Sapienza (ROMA)(da inserto domenicale del Sole24Ore)
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La comunità scientifica italiana si sente tradita, vedendo preferire nell’assegnazione dei fondi per la ricerca una Fondazione privata con espliciti obiettivi politici. L’iniziativa a favore della Fondazione Diritti Genetici, presieduta da Mario Capanna, suscita profonda perplessità e preoccupazione per almeno tre ordini di motivi:
Competenza. La tecnologia MAS, erroneamente proposta come innovativa e contrapposta a quella che porta alla produzione di OGM, risulta già applicata da anni con successo nel nostro paese da diverse decine di Università, Centri e Fondazioni di Ricerca con pubblicazioni scientifiche sulle più prestigiose riviste internazionali e il rilascio di nuove varietà di interesse agronomico.
Uso delle risorse. La quantità di risorse da investire nel progetto, 20 milioni di €, è pari ad 1/5 dell’intero fondo PRIN che l’Italia dedica alla ricerca “libera” in tutti i settori del sapere. Affidare una tale quantità di denaro pubblico, senza criteri di merito o sistemi di valutazione della fattibilità tecnico- scientifica del progetto, ad una Fondazione privata che non presenta alcuna competenza nel campo di ricerca per il quale tali fondi sono stati erogati, oltre che uno schiaffo ai Centri che da anni si occupano di MAS, è una garanzia di insuccesso.
Finalità politiche. Accanto alle attività di ricerca sono previste attività di comunicazione e formazione. In questi ambiti la Fondazione Diritti Genetici si è già distinta per essere portatrice di una visione partigiana profondamente ascientifica. Nella sue campagne contro gli OGM ha peraltro ignorato tutti i pareri espressi dalle Società Scientifiche italiane attraverso tutti i pronunciamenti ufficiali del mondo accademico.
Davanti a questo scenario non possiamo che dichiararci amareggiati e profondamente turbati per il futuro della ricerca agraria e biotecnologica nel nostro paese. Chiediamo pertanto con forza alle istituzioni di ritirare, da subito, il loro supporto all’iniziativa e di inserire quelle risorse in un bando ufficiale che presenti criteri di assegnazione trasparenti al fine di consentire un loro utilizzo effettivo per il bene del paese.
Simone MaccaferriPresidente ANBI (Associazione Nazionale Biotecnologi Italiani)Giorgio MorelliIstituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, Roma ****************
Le notizie di stampa e i documenti di cui si può disporre, relativi alle attività della Fondazione "Diritti Genetici e, in particolare, al progetto GenEticaMente", lasciano stupefatti, se solo si considera la mancanza di basi scientifiche di una qualsivoglia solidità.
Propone come "nuova frontiera scientifica" una tecnica ampiamente utilizzata e collaudata, da tutte le istituzioni di ricerca pubblica, come è la selezione assistita con marcatori molecolari, come base per un'attività, ambiziosa, di ricerca e di miglioramento di "varietà di importanza commerciale rappresentative dell'eccellenza italiana".
Straordinaria è, poi, la sottolineatura con la quale si rileva come responsabile di un progetto sia una "ONLUS no profit" e non (sic!) un ente di ricerca pubblica. Ci mancherebbe altro che lo Stato finanziasse un Ente di ricerca pubblico! No, meglio un'associazione no profit "ideologicamente orientata".
La SOI ritiene doverosa una presa di posizione ferma e rigorosa che sottolinei l'incredibile vacuità di una proposta che ha dalla sua parte esclusivamente la forza mediatica e politica che la rappresenta.
Alla Presidenza del Consiglio, a tutti i Ministeri, Conferenza dei Rettori (CRUI) dei Presidi delle Facoltà, Enti territoriali, aziende ed operatori della filiera agroalimentare, deve arrivare il pieno dissenso, nel metodo e nel merito, di un mondo, quello della ricerca scientifica italiana, che opera a favore delle Scienze Agrarie, che ha dato, e continua a dare, un contributo enorme allo sviluppo delle scienze e del sistema agricolo, in Italia e in campo internazionale. Anche, e non solo, nel campo delle biotecnologie avanzate.
Paolo InglesePresidente della Società di Ortoflorofrutticoltura ItalianaBruno MezzettiCoordinatore del gruppo di lavoro SOI