Il patrimonio alimentare dei prodotti italiani si arricchisce di due nuove Dop: il Miele delle Dolomiti Bellunesi e i Fagioli Bianchi di Rotonda. I regolamenti di iscrizione nel registro delle denominazioni d’origine protette e delle indicazioni geografiche protette sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Il Miele delle Dolomiti Bellunesi Dop è prodotto nell’intero territorio della provincia di Belluno, tutto situato in zona montana, a partire dal nettare dei fiori del territorio montano bellunese, dall’ecotipo locale di “Apis mellifera”. A seconda dell’origine floreale si distinguono sei tipologie di Miele delle Dolomiti Bellunesi: millefiori, acacia, tiglio, castagno, rododendro, tarassaco. La Dop si contraddistingue per la purezza, la salubrità e l’elevata conservabilità. I Fagioli Bianchi di Rotonda Dop sono prodotti nel territorio della Regione Basilicata delimitato dal comprensorio irriguo del versante lucano della Valle del Mercure, comprendente i comuni di Rotonda, Viggianello, Castelluccio Superiore, Castelluccio Inferiore, situati in provincia di Potenza. Si ottengono con gli ecotipi Fagiolo Bianco e Tondino o Poverello Bianco riconducibili alla specie Phaseolus Vulgaris. Come baccello ceroso si presenta di colore bianco tendente al giallo chiaro o all’avorio; il baccello ceroso di aspetto fresco, sano e turgido, pulito, praticamente esente da sostanze estranee visibili, privo di odore e/o sapori estranei, privo di umidità esterna. Come granella secca i Fagioli Bianchi di Rotonda si caratterizzano per l’assenza di venature, per il colore bianco, per la media brillantezza, per la forma cubica o tonda. La specificità del prodotto viene assegnata dall’elevato contenuto proteico della granella, dal tegumento molto sottile nonché dall’aspetto dei baccelli che si presentano completamente bianchi, con semi di dimensioni maggiori, di forma caratteristica tonda/ovale e senza screziature. Ed è proprio l’elevato tenore in proteine che ha fatto sì che storicamente nell’area geografica di produzione, i fagioli venissero usati con particolare frequenza, tanto da essere indicati come la “carne dei poveri”.
Da Winenews, 14 marzo 2011