Il cetriolo è uno degli ortaggi più consumati in tutto il mondo. Originario dal subcontinente indiano, il cetriolo in Europa è assente in epoca romana ma presente in epoca tardo medievale dove arriva dai paesi a est e nord-est del Mar Mediterraneo, attuali Iran, Iraq e Turchia. Scritti medici arabi suggeriscono la presenza dei cetrioli in Spagna a metà del IX secolo e in Tunisia all'inizio del X secolo e fonti arabe indicano la presenza di cetrioli nell'Italia meridionale dalla seconda metà dell'XI secolo, dove il cetriolo sembra arrivare per due indipendenti strade, una per vie di terra dalla Persia all'Europa orientale e settentrionale e un’altra attraverso una rotta prevalentemente marittima dalla Persia o dal subcontinente indiano.
Il cetriolo Cucumis sativus L. appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae è oggi un ortaggio ampiamente consumato in tutto il mondo con il suo alto contenuto di acqua e relativamente poche calorie, oltre a forti effetti antiossidanti, ipolipemizzanti e antidiabetici. Il cetriolo ha anche un effetto purificante sul corpo, la pelle è nutrita dall'applicazione di succo di cetriolo fresco per le sue attività calmanti l'irritazione e riducente il dolore delle scottature, caratteristiche che gli derivano da molte molecole tra le quali una fonte di cucurbitacine, cucumerina A e B, cucumegastigmani I e II, vitexina, orientina, isoscoparina 2''-O-(6''''(E)-p-cumaroil) glucoside e apigenina 7-O-(6''-O-pcummaroyl glucoside). Questi effetti benefici sono mediati da diverse molecole bioattive presenti nella Dieta Mediterranea di cui il cetriolo fa parte, unitamente ad agrumi e uva e altri vegetali.
Anche se fa parte della Dieta Mediterranea, il cetriolo non è molto presente nell’alimentazione italiana, diversamente da altri paesi, come la Grecia dove è un costituente della salsa tzatziki, a base di yogurt greco e cetrioli, usata anche in un pinzimonio di verdure o per accompagnare piatti di carne e pesce. In Olanda, Finlandia e Germania il consumo di cetriolo supera l’Italia di ben cinque, dieci volte. Anche nei Paesi dell’Est la cultura del cetriolo è molto popolare e nelle serre russe è più coltivato del pomodoro dove fornisce anche maggiori utili ai coltivatori. In Europa commercialmente si distinguono diverse tipologie di cetriolo, tra le quali il tipo lungo olandese del peso di 350-450 grammi, liscio e privo di gusto amarognolo, caratteristico invece dei tipi aromatici spinosi medio-lunghi (150-200 grammi) o corti (80-130 grammi), molto richiesti, rispettivamente, in Nord Italia e Paesi dell’Est, detti anche “americani” o “U.S. Slicer”. Intermedi tra i due estremi sono i cetrioli Beith-Alpha, di dimensioni simili all’americano, ma senza spine, pochissimo amarognoli e dalla buccia più chiara
Molti sono i vegetali che nel corso dei secoli sono arrivati nei paesi mediterranei qualificando la dieta dei popoli che qui vivono e tra questi vegetali si possono citare la melanzana, i peperoni, i pomodori, le patate e i cetrioli. Ognuno di questi vegetali ha trovato uno spazio nella cucina e nella gastronomia contribuendo a costituire una salutare e variegata Dieta Mediterranea. Il cetriolo odiernamente in Italia è acquistato da circa il quaranta per cento delle famiglie, con una media di circa sei etti per anno e un acquisto concentrato nei mesi estivi e usato in cucina prevalentemente crudo, in insalata, per il suo gusto fresco e dissetante. Infatti i cetrioli sono composti per il 96,4% di acqua, 0,4% di proteine, 0,1% di grassi, 2,8% di carboidrati, 0,3% di minerali, 0,01% di calcio, 0,03% di fosforo, 1,5 mg/100 grammi di ferro e 30 UI/100 grammi di vitamina B. I cetrioli contengono anche enzimi come proteasi, ascorbato-ossidasi, succinica-deidrogenasi e malico-deidrogenasi e composti fitochimici che attribuiscono loro attività antiossidante, epatoprotettiva, ipoglicemizzante e ipolipemizzante.