Alcuni batteri e altri microrganismi si sono adattati alle condizioni estreme di temperatura e concentrazione di gas degli ambienti vulcanici, risultando molto efficienti nella cattura di gas serra come il metano e l’anidride carbonica. Ne consegue che possono essere impiegati in tecnologie volte a sottrarre gas climalteranti dall’atmosfera, con importanti potenziali applicazioni nelle tecnologie verdi.
Fra tutti i catastrofici messaggi che ci arrivano dai vari mezzi di informazione, per cui quasi tutta la responsabilità del riscaldamento globale è da attribuire al bestiame allevato che, miracolosamente, “crea” anidride carbonica e metano ex novo (con buona pace del vecchio Lavoisier), ci giunge anche qualche buona notizia.
Apprendiamo da un articolo di “All about Feed” del 10 ottobre scorso, a firma di Tony McDougal, che il Ministero Neozelandese dell’Industria sta finanziando un progetto di ricerca per produrre alimenti zootecnici a partire dai gas serra. Il progetto parte dall’osservazione che due microrganismi, un batterio ed un’alga che vivono in condizioni estreme di temperatura in siti geotermici, producono biomasse proteiche a partire dai due gas climalteranti anidride carbonica e metano, le bestie nere dei gas digestivi prodotti dai ruminanti.
Le prime fasi delle ricerche appaiono promettenti, a giudicare dai processi tecnologici sviluppati dai ricercatori dell’università neozelandese di Canterbury, dalla ditta Scion’s Biotechnology e dalla scuola Tauhara North.
La tecnologia usa un batterio “mangia metano” ed un’alga “mangia anidride carbonica”. Si produce una biomassa ricca di proteine da poter essere usata come alimento zootecnico e, possibilmente, anche umano.
Anche la ditta Inghams Enterprises NZ, importante produttrice di polli e mangimi, è fortemente interessata al progetto dal punto di vista commerciale.
Anche secondo la International Renewable Energy Agency, organizzazione intergovernativa internazionale con sede ad Abu Dhabi, ha recentemente (nel 2022) segnalato con la pubblicazione “Powering agri-food value chains with geothermal heat” che l’impiego dell’energia geotermica, attualmente utilizzata quasi esclusivamente per produrre energia elettrica e teleriscaldamento, presenta al momento attuale un significativo potenziale di sviluppo in settori diversi, in particolare delle industrie alimentari, zootecniche e non.
Che esistono microrganismi capaci di utilizzare l’energia geotermica e i gas come l’anidride carbonica ed il metano per sintetizzare biomasse organiche azotate in ambienti estremi come i siti geotermici, non è una novità, ma l’idea di utilizzare questa capacità in una tecnologia che presenta il duplice vantaggio di decarbonizzare l’atmosfera e produrre potenziali mangimi, appare una notizia per lo meno interessante.