“Dialoghi in biotecnologie”: La difesa della vite con il miglioramento genetico

Dialogo con Annalisa Polverari, Professore di Patologia Vegetale - Università di Verona

Luigi Frusciante e Annalisa Polverari 16 October 2024

Frusciante. La viticoltura italiana è ai primi posti della produzione mondiale, sia per quanto riguarda l’uva da vino, sia per quella da tavola, ma la vite è anche la specie che ha usufruito meno dei progressi del miglioramento genetico rispetto ad altre specie agrarie. Probabilmente perché, l’uva da vino, in particolare, è ancora fortemente legata al binomio vitigno-terroir che incide in maniera determinante sulle esigenze della promozione commerciale senza tener conto, però, della sostenibilità ambientale.

Polverari. Il miglioramento genetico per la resistenza è stato fondamentale per tante specie agrarie e non possiamo pensare di farne a meno proprio in una coltura così impattante come la vite. Le nuove varietà di vite resistenti ottenute mediante incrocio con un enorme sforzo scientifico e imprenditoriale, hanno raggiunto lo scopo di ridurre del 60-70% i trattamenti al vigneto, ma ovviamente i caratteri originali vanno perduti e introdurre innovazioni di gusto in enologia è molto difficile, richiede una grande consapevolezza e sensibilità del consumatore ai temi ambientali e una disponibilità al cambiamento che in questo settore mancano ancora.
Oggi la tradizione enologica può trovare alleati potenti nei nuovi strumenti biotecnologici di miglioramento genetico, per produrre viti più resistenti senza cambiarne l’assetto genetico originale e quindi preservandone il gusto e il valore.

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La prima sperimentazione europea in campo di vite editata con le TEA

Mario Pezzotti 16 October 2024

In quarant'anni di carriera nella genetica agraria, ho assistito a profondi cambiamenti e ho utilizzato le tecnologie più avanzate disponibili in ogni epoca: dagli anni '80 e '90, con la rigenerazione delle piante da protoplasti, la transgenesi e l'isolamento e lo studio funzionale dei geni, fino alle più recenti tecniche di decifrazione dei genomi e le NGT “New Genomic Techniques”, che noi genetisti italiani chiamiamo TEA (Tecnologie di Evoluzione Assistita). Questi strumenti della ricerca di base per approfondire la conoscenza, solo in alcuni casi, sono sfociati in innovazioni e applicazioni pratiche. Tuttavia, nonostante i progressi, non ho mai potuto osservare le piante modificate geneticamente in laboratorio crescere al di fuori di una serra. Questa frustrazione, più professionale che personale, è stata condivisa con molti colleghi: come si comporteranno queste piante in un ambiente agricolo reale? Riusciranno a esprimere nelle condizioni operative il carattere genetico valutato in laboratorio? Questa incertezza ha caratterizzato gran parte della mia vita professionale e quella di altri ricercatori nel campo delle biotecnologie agrarie, sia in Italia che in Europa.
Oggi le piante ottenute mediante TEA, considerate OGM da un obsoleto regolamento del 2001, vedono finalmente aperta la sperimentazione in pieno campo. Le TEA consentono, a seconda degli obiettivi, di trasferire geni all'interno del pool genetico della stessa specie (cisgenesi) o di eseguire mutazioni di precisione attraverso il gene editing con l’uso di forbici molecolari come CRISPR/Cas9, che agiscono con estrema specificità sul bersaglio genomico. La cisgenesi e il gene editing, insieme alla profonda conoscenza dei genomi e della funzione dei geni, costituiscono le più grandi innovazioni nel miglioramento genetico moderno delle piante agrarie.

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Peste suina africana: a che punto siamo?

Mauro Antongiovanni 16 October 2024

Intervista al Dott. Alberto Laddomada, ex dirigente della Commissione Europea per la salute animale ed ex direttore generale dell’Istituto Zootecnico Sperimentale della Sardegna, esperto virologo ed epidemiologo di lungo corso.

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La cucina dei robot cooperativi

Giovanni Ballarini 16 October 2024

In modo analogo alla chirurgia robotica una cucina robotica può supportare l'utente in vari modi, per cui in futuro i robot cooperativi guidati a distanza possono essere integrati nelle cucine come ogni altro apparecchio, in diversi scenari in cui il robot supporta l'essere umano, con le sfide che tale configurazione comporta.

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