Dialoghi sul Verde: "L'Uomo e la Natura"

Dialogo con Telmo Pievani, evoluzionista, filosofo della scienza, saggista, docente di Filosofia delle Scienze Biologiche presso l’Università di Padova e visiting scientist presso l’American Museum of Natural History di New York. Dal 2017 al 2019 è stato Presidente della Società Italiana di Biologia Evoluzionistica.

Nicoletta Ferrucci e Telmo Pievani 28 May 2025

Ferrucci: Nella lunga e preziosa teoria di pubblicazioni nazionali e internazionali nel campo della filosofia della scienza, che si dipana dal 2002 ad oggi attraverso monografie tradotte in molte lingue, e altri saggi scientifici, ci hai condotto con una straordinaria capacità divulgativa verso la conoscenza dell’intima essenza della Natura e del suo complesso intrecciarsi con la presenza dell’uomo sulla Terra. Non è facile sintetizzare in una risposta a questa domanda la tua profonda cultura sul tema che hai esplorato da filosofo della Scienza in tutte le sue sfaccettature, ma Ti chiedo qual è, per Te, l’essenza della Natura e in che senso è, traendo spunto dal titolo di un Tuo volume del 2022, “più grande di noi”?

Pievani: Rispondo con un gioco di parole: per me l’essenza della natura è quella di non avere essenze. Nel senso che l’insegnamento forse più rilevante e di sicuro più dirompente della rivoluzione darwiniana è l’accento sulla radicale diversità di ciascun individuo, portatore di differenze uniche e irripetibili. Ne deriva che la singolarità individuale non è una misura (in negativo) della distanza da una norma irraggiungibile, da un tipo, da un’essenza appunto. La diversità è un valore positivo fondamentale, è il motore di ogni cambiamento, la difesa dai rovesci del tempo e dell’ambiente. A cascata, discende che la natura è flusso, trasformazione, trasmutazione, incompiutezza, imperfezione. Possiamo bloccarla in una fotografia, ma lei sta già generando altro. Mi piace che in latino “natura” sia declinata al futuro: è ciò che sta per nascere. Anche noi esseri umani non abbiamo una nostra “natura” definita, siamo divenienti umani, più che esseri umani fatti e finiti. In fondo, la specie umana è giovane, siamo nati meno di 300 millenni fa in Africa. Per questo la natura è piena di contraddizioni, di sfumature, di paradossi, e non potrà mai essere un’autorità morale. Dire che qualcosa è buono perché naturale, o cattivo perché “contro-natura”, non ha alcun senso. Anche il pensiero religioso si sta finalmente confrontando con questa visione essenzialistica della natura, per superarla, essendo foriera di insuperabili problemi filosofici ed etici. 

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Ricordi di un pioniere della Riforma Agraria

Giuseppe Mauro Ferro 28 May 2025

Ho letto nei giorni scorsi, pubblicato su Georgofili Info, l’intervento “Il podere è potere?” del Vice Presidente dell’Accademia Prof. Amedeo Alpi che, con riferimento al volume “La Riforma Agraria in Italia - La Maremma dell’Ente Maremma” di Paolo Passaniti, analizza e commenta il clima socio-politico di quel periodo in Italia con particolare riguardo alla Maremma.
L’intervento del Prof. Alpi ha sollecitato il mio interesse in quanto ha risvegliato ricordi della mia adolescenza e gioventù trascorsa al seguito di mio padre dirigente dell’Ente di Riforma Fondiaria di Puglia, Basilicata e Molise. Vorrei, quindi, portare il mio contributo rievocando quel periodo attraverso i “Ricordi di un Pioniere della Riforma Agraria”.
La riforma agraria, iniziata nei primi anni ’50 per effetto della “Legge Sila” e della successiva “Legge Stralcio”, ebbe un ruolo importante per lo sviluppo dell'agricoltura e del suo indotto, a cominciare dal riscatto di migliaia di famiglie di contadini, i più poveri, non solo nel meridione d’Italia, ma anche in Maremma e nella bassa Romagna. Da solo l’Ente di Riforma Fondiaria di Puglia, Basilicata e Molise trasformò 180.000 ettari di latifondo in poderi unifamiliari o in quote integrative di piccolissime proprietà particellari.
Fu il disagio post-bellico, che spesso significava autentica fame e che formava una miscela esplosiva ad imporre questo massiccio intervento posto in essere molto prima che il miracolo economico della ricostruzione nel Nord Italia, in Germania, in Svizzera, in Francia richiamasse tante braccia, da sguarnire anche le zone rurali ad agricoltura più consolidata.
In seguito si sollevarono tante facili critiche che sono state smentite dai fatti: è sotto gli occhi di tutti che ancora oggi i poderi sono attivi e quasi tutti con i campi irrigati, anche se le case sono per lo più solo appoggi stagionali.

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Cosa ci rende umani?

Differenze e somiglianze tra animali umani e non umani

Agustín Blasco 28 May 2025

L'interesse relativamente recente per il benessere animale ha portato a intensificare gli studi sul comportamento animale e ad esaminare le capacità degli animali più dotati, confrontandole con il comportamento e le capacità umane. Da una prospettiva etica, ciò ha rivoluzionato il modo in cui concepiamo il nostro rapporto con gli animali e, in pratica, ha avuto un impatto significativo sulla legislazione sul benessere degli animali in tutti i Paesi.
Prima di affrontare il problema etico del nostro rapporto con gli animali, è importante sapere quanto siamo simili.

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Una mela al giorno leva ancora il medico d’attorno?

Giovanni Ballarini 28 May 2025

Una mela al giorno leva il medico d’attorno, perché la mela era mangiata da Eva, il che non sappiamo? E perché non la pesca o la susina? Frutta benefica se mangiata cruda o anche cotta, marmellata o come succo? Mangiare noci che per la loro forma si dice facciano bene al cervello, o la pesca per avere una bella pelle liscia? E i frutti di bosco, in particolare i mirtilli, per vedere meglio? Di certo sappiamo che la frutta è un componente chiave di una dieta sana e non per niente proveniamo da lontani antenati che più che vegetariani erbivori erano fruttivori. 

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