Il totale complessivo degli accademici che rivestiranno un ruolo di primo piano è di 86, nessuno dei quali avrà un doppio incarico. Si tratta di una squadra molto numerosa e straordinariamente competente, che sarà chiamata a svolgere compiti importanti viste le crescenti sfide che sta affrontando il settore primario, tra aumento della popolazione mondiale e cambiamenti climatici. L’Accademia dei Georgofili sarà ancora in prima linea per dare risposte e suggerimenti operativi agli agricoltori e ai decisori politici.
“Lo sforzo messo in atto nelle modifiche apportate rispetto al passato è quello di avere organi operativi davvero funzionanti ed efficienti che possano attivare e coordinare il contributo intellettuale dei circa 1.200 accademici che costituiscono il vero patrimonio umano dell’Accademia dei Georgofili”, ha sottolineato il Presidente Massimo Vincenzini. “Sono anche molto soddisfatto del ruolo finalmente riconosciuto alle nostre accademiche”, ha aggiunto.
Frusciante: La frutticoltura italiana occupa un ruolo centrale nell’agroalimentare nazionale, con il Paese leader per superficie dedicata a pomacee (mele e pere), drupacee (pesche e albicocche), fragole e actinidia. Il miglioramento genetico tradizionale delle specie arboree è lungo, complesso e costoso. La mutagenesi, finora uno dei metodi più efficaci, ha portato allo sviluppo di numerose varietà coltivate globalmente. Queste sono il risultato di anni di ricerca e applicazioni biotecnologiche volte a migliorare resistenza alle malattie, produttività e qualità dei frutti, rafforzando la competitività del settore.
Gentile: Certamente, il nostro Paese si distingue per la presenza di numerose aree vocate all’agricoltura, ideali per coltivare diverse specie frutticole, sia da frutta fresca sia da frutta secca. Questa ricchezza si estende da nord a sud, includendo anche specie di recente introduzione, come alcune di origine subtropicale, quali avocado e mango. Il settore frutticolo italiano si caratterizza per l’elevata diversificazione e qualità delle produzioni, grazie alle risorse genetiche disponibili. Questo permette di valorizzare le specie coltivate e, nel caso di una singola specie, di sfruttare la varietà di cultivar e ambienti di coltivazione. Ciò permette di offrire la stessa tipologia di prodotto per un periodo prolungato, come avviene ad esempio per il pesco, la cui disponibilità si estende su più mesi. Le potenzialità si ampliano ulteriormente con l’uso di avanzate tecniche di post-raccolta. Tale patrimonio genetico deriva da due fattori: la tutela delle risorse autoctone e il miglioramento genetico tramite incroci e mutagenesi, spontanea o indotta, anche grazie al lavoro delle Università e istituzioni di ricerca nazionali. Ad esempio, i genotipi di arance oggi disponibili, con caratteristiche come epoche di maturazione diversificate, resistenza alle malattie e qualità organolettiche eccellenti (ad esempio l’elevato contenuto di antocianine), sono il risultato di incroci e di selezione di un numero significativo di mutazioni spontanee. Queste innovazioni hanno permesso una fornitura continua di frutti freschi da novembre a maggio, consolidando il successo dell’agrumicoltura italiana.
Il lavoro Auxilium Dei. Inventario dell’archivio delle fattorie della famiglia Venerosi Pesciolini ha riguardato l’ordinamento e l’inventariazione dell’Archivio Venerosi Pesciolini, una famiglia di origine pisana, le cui radici affondano nell’epoca carolingia.
Con l’ultima immissione del dicembre 2024, sono ora messe a disposizione della pubblica utenza sul sito dell’Accademia dei Georgofili ulteriori 11.612 immagini ricavate dalla digitalizzazione dell’Archivio storico del Sodalizio.