Variabilità genetica e tipicità delle popolazioni di “Prosecco”

di Angelo Costacurta
  • 03 September 2014
Le informazioni sulla genomica della vite rese disponibili nell’ultimo decennio, offrono ampi strumenti ad approfondite indagini per la valutazione delle risorse del germoplasma e l’analisi della diversità genetica. Con lo studio della struttura delle popolazioni si acquisiscono elementi su origine geografica, eventi storici e uso delle cultivar. Le relazioni genetiche forniscono un indice dell’evoluzione sotto l’azione combinata dell’ambiente e dell’uomo. La selezione effettuata nei secoli  dall’uomo ha determinato la formazione di famiglie varietali con varie  combinazioni geniche  particolarmente convenienti in rapporto alla destinazione del prodotto e alla località di coltivazione. 
A tale proposito numerosi scritti relativi alle “Viti Prosecche” (alcuni dei quali risalgono anche al XVIII secolo) confermano l’esistenza di  una grande variabilità di biotipi e di denominazioni (Prosecco tondo e lungo, Proseccon, Serprina, Glera, ecc.ecc.). nella   estesa area  collinare di coltivazione  di queste popolazioni .
 Sulla scorta di questa vasta  documentazione il “ Gruppo di Genetica  “dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, in collaborazione con i laboratori del CRA-VIT di Conegliano, ha condotto  negli ultimi anni alcune ricerche sulla variabilità delle popolazioni del vitigno Prosecco anche utilizzando metodologie molecolari innovative.
Le ricerche  hanno riguardato oltre  50  campioni  di  popolazioni  di Prosecco provenienti  da un’area  compresa fra i Colli Euganei e il Carso triestino.
Per analizzare la variabilità genetica dei vari biotipi sono state   condotte analisi molecolari specifiche utilizzando 4  differenti classi di marcatori (AFLP,SAMPL, ISSR  e M-AFLP) secondo il protocollo Meneghetti  et al. (2012). Dopo la conferma ,tramite  analisi SSR (a 20 loci),  dell’appartenenza di tutti i campioni ad uno dei due Prosecchi ( P. tondo e P. lungo) , si è passati all’utilizzo dei marcatori sopracitati in grado di sondare i polimorfismi  sull’intero genoma. Grazie al primo importante risultato  che ci ha consentito di discriminare tutti i  genotipi, ottenendo  per ogni biotipo un diverso profilo molecolare, si è potuto procedere successivamente  all’analisi della similarità genetica.
Per il Prosecco tondo si è notato che in tutti i campioni provenienti dalla zona collinare del trevigiano  erano presenti marcatori molecolari assenti  in quelli provenienti dalla pianura; una certa differenza a livello molecolare  si è  evidenziata  anche tra i materiali delle colline di Valdobbiadene e quelli dei Colli Asolani. La stessa diversità è stata osservata per il Prosecco tondo dei Colli Euganei (chiamato Serprina) e quello raccolto nella Regione friulana. Anche  nel Prosecco lungo  si sono raggruppati genotipi provenienti dalla stessa  zona. In conclusione, i materiali di Prosecco (sia lungo che tondo) mostrano differenze molecolari riconducibili  a diverse aree geografiche di coltivazione.
Ciò porta ad una importante conseguenza pratica  in relazione alla tipicità delle produzioni delle  varie provenienze : diventa cioè  indispensabile tenere distinti , durante la propagazione , i materiali dei diversi ambienti  affinché lo siano anche negli impianti. Solo così si potrà salvaguardare ,per ogni zona, il patrimonio di biotipi  da coltivare come base , anche geneticamente riconoscibile , di una sicura tipicità.