Sistemi agricoli ad Alto Valore Naturale: tutela della biodiversità e sviluppo rurale

Il 27 marzo u.s. a Sassari, si è svolta la Giornata di Studio “Sistemi agricoli ad Alto Valore Naturale: tutela della biodiversità e sviluppo rurale”, organizzata dalla Sezione Centro Ovest dell'Accademia dei Georgofili in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio dell’Università di Sassari e con il patrocinio della Fondazione Banco di Sardegna e del comune di Sassari. I lavori dell’incontro sono stati coordinati dal prof. Filiberto Loreti, presidente della Sezione Centro Ovest dell'Accademia dei Georgofili

di Gloria Pungetti e Sandro Dettori
  • 09 April 2014
E’ risaputo quanto le politiche di sviluppo rurale abbiano profonde ricadute sulla dinamica dei sistemi agricoli nonché dei paesaggi agrari. In particolare, in Italia si conta una forte presenza di sistemi agricoli ad Alto Valore Naturale (AVN), diffusi soprattutto nei territori collinari dove la meccanizzazione è più difficoltosa. Tra questi sistemi, gli usi del suolo prevalenti in Sardegna sono legati ai modelli agro-silvo-pastorali di tipo estensivo e alle colture arboree, specialmente all’olivicoltura tradizionale.
Analizzando  la situazione corrente in Sardegna, Italia ed Europa, si evidenziano alcune domande-chiave tra cui:
Quali i pro e i contro, in questo nuovo contesto, per le realtà agricole italiane -e regionali-e quale l’efficacia della futura PAC rispetto a questi obbiettivi? 
Può la caratterizzazione dei sistemi agricoli ad Alto Valore Naturale costituire un volano per lo sviluppo locale e per la valorizzazione di economie e paesaggi rurali? 
Il vincolo imposto per le aree a focus ecologico, può essere visto come un rischio per l’autonomia delle scelte imprenditoriali? 

In primis, il taglio ambientale della politica agricola comunitaria si è rafforzato negli ultimi decenni, ed ultimamente ha supportato la strategia europea per la biodiversità e il riconoscimento degli Ecosystem Services, di cui l’Unione Europea sottolinea l’importanza nella programmazione Europea 2020 (EU 2020 Biodiversity Strategy).
In secondo luogo, misure di sostegno per le AVN sono già operanti in diversi paesi europei, mentre in Italia solo ora se ne prevede l’inserimento nella pianificazione sostenibile dei territori rurali e nel rispetto degli specifici tratti culturali e tradizionali delle eterogenee realtà del paesaggio agrario italiano. 
Inoltre, i vincoli delle aree preposte alla conservazione della natura possono essere mitigati nelle zone AVN se l’autonomia imprenditoriale viene garantita e, allo stesso tempo, portata avanti nel rispetto della conservazione.
Esiste un evidente divario tra i settori Ambiente e Agricoltura. Per superare tale dicotomia occorre trovare punti comuni non solo nelle politiche ma anche nelle loro implementazioni. Da qui la necessità di elaborare approcci teorici e politici condivisi, sia nelle strategie che nei metodi, la preoccupazione di un ambientalismo dogmatico e di un greening con condizionalità pragmatica.
Le AVN e l’ambiente stesso costituiscono un volano economico e un modello per lo sviluppo territoriale. A questo si possono affiancare azioni di tutela e valorizzazione della biodiversità da realizzarsi con l’incentivazione e la conoscenza, e soprattutto con la pianificazione dal basso come i piani di gestione locali. In questo modo anche i vincoli per le aree di alto valore ecologico e per l sistemi AVN possono trasformarsi da zone di restrizione economica a zone di sperimentazione imprenditoriale.