Il 1° dicembre u.s., presso l’Accademia dei Georgofili, si è svolta una giornata di studio dedicata alle emergenze fitosanitarie, tra cui le più recentemente diffuse quali: il punteruolo rosso delle palme, il cancro batterico del kiwi, il cinipide galligeno del castagno.
I lavori hanno evidenziato che i costi derivanti dalle emergenze nazionali in atto, sia in termini di danni diretti alle produzioni e agli impianti produttivi che di costi relativi ai controlli e alle misure di eradicazione e contenimento, mettono in luce il ruolo strategico di difesa e prevenzione che deve essere svolto dal Servizio fitosanitario nazionale, in connessione con tutte le altre istituzioni interessate alla difesa delle piante.
La difesa delle piante e del territorio nazionale presuppone una stretta interconnessione tra tutti i soggetti interessati ed un buon livello di coordinamento delle attività di ognuno. La circolazione di tutte le informazioni oltre che permettere l’efficace sfruttamento delle sinergie e quindi una maggiore efficacia nell’azione di ognuno, evita che si verifichino duplicazioni che in alcuni casi, oltre a dissipare energie, portano a risultati incoerenti o contraddittori.
E’ apparso prioritario che le Regioni diano completa applicazione all’intesa tra Stato e Regioni, siglata nel mese di aprile del 2010, che sulla base dei parametri tecnici, ha definito le necessità di personale per il rafforzamento del Servizio fitosanitario nazionale.
Una possibile soluzione è ricercarle tra le dotazioni già in servizio presso le strutture regionali. A questo scopo le Regioni possono provvedere alla riallocazione del personale necessario ed alla sua formazione specifica per l’inquadramento nel ruolo di Ispettore fitosanitario.
Inoltre è stata sottolineata la necessità di una modifica normativa che permetta di rafforzare il ruolo di elaborazione e di direzione del Comitato fitosanitario nazionale, quale organo in cui si riversano le istanze territoriali e si concordano le linee strategiche di intervento sia a livello nazionale che territoriale, indicando le specifiche attività da sviluppare che dovrebbero riguardare:
• elaborazione strategica di lungo periodo;
• programmazione periodica delle attività;
• definizione di un sistema di allerta;
• definizione dei programmi di formazione ed aggiornamento del personale ispettivo.
Infine, per perfezionare la riorganizzazione del Servizio fitosanitario nazionale, è stato indicato necessario dare completa applicazione alle norme contenute nel D.lgs. 214/2005, adottando i necessari provvedimenti applicativi e definendo le procedure correlate.
Rimane a tutt’oggi aperta la problematica relativa alla costituzione di un fondo, statale o interregionale, per la gestione delle urgenze collegate alle emergenze fitosanitarie, nonché per l’organizzazione di corsi nazionali di aggiornamento per gli ispettori fitosanitari.
(FOTO da Wikipedia: effetti del punteruolo rosso sulle palme)