Insetti dannosi: emergenze vecchie e nuove

di Piero Cravedi
  • 28 March 2018
Le Giornate Fitopatologiche si tengono con cadenza biennale e costituiscono uno degli eventi più importanti per seguire i cambiamenti di tutto quanto è connesso alla difesa antiparassitaria delle colture.
Nell’edizione che si è recentemente svolta (Chianciano Terme, 6-9 marzo 2018) sono stati sviluppati alcuni interessanti aggiornamenti sulle emergenze causate da insetti dannosi.
Alcune specie, accidentalmente introdotte da altri Continenti negli ultimi anni, hanno determinato situazioni nuove che hanno comportato adeguamenti, nella difesa di varie colture. Hanno meritato attenzione anche specie, autoctone o introdotte da lungo tempo, la cui dannosità è segnalata in aumento a seguito di variazioni ambientali o in particolari contesti fitosanitari.
Negli ultimi due anni, la specie che maggiormente ha incrementato la sua dannosità è stata la cimice asiatica Halyomorpha halys (foto di apertura). Questa cimice, originaria dell’Asia orientale, ha invaso, nella metà degli anni ’90, dapprima ampie aree del Nord America e successivamente il Cile nell’America del Sud. In Europa, dopo la prima segnalazione in Svizzera, si è rapidamente insediata in molti Paesi. In Italia il primo rinvenimento avvenne nel 2012 in provincia di Modena.  Per la sua caratteristica di costituire aggregazioni assai numerose e di cercare riparo nelle abitazioni e vari altri edifici la sua presenza ha destato molto fastidio e varie preoccupazioni nella popolazione. La specie è molto polifaga, ma i danni maggiori sono segnalati in frutticoltura, particolarmente al pero. Attualmente è interessata l’intera Italia Settentrionale.  Nel 2014, a due anni dalla prima segnalazione, venne presentato un solo contributo. Nel 2016 i lavori furono tre, ma nel 2018 sono stati ben sedici.
Gli argomenti più sviluppati sono stati il monitoraggio, l’uso di apposite trappole con feromone di aggregazione, lo studio dei siti di svernamento, la possibilità di usare reti insetticide, già usate all’estero in campo forestale, e di reti anti insetto. Sono state condotte accurate osservazioni sulla distribuzione delle cimici nei frutteti, sulle siepi di bordo e sulle relazioni tra colture estensive e pereti. Vari contributi hanno riguardato la sperimentazione di mezzi di lotta chimica.  Purtroppo ancora non si intravedono soluzioni risolutive, ma il progredire delle conoscenze fa ben sperare sulla possibilità di riuscire a trovare strategie efficaci, basate probabilmente su un complesso di buone pratiche.
Sempre elevata è l’attenzione alla Drosophila suzukii, dannosa ai piccoli frutti, contro la quale sono state sperimentati, su vite e su ciliegio, mezzi chimici di lotta in campo e la possibilità di utilizzare un parassitoide, l’Imenottero Trichopria drosophilae per la difesa della fragola in serra.
Una certa preoccupazione desta il Coleottero Popillia japonica, rilevato per la prima volta nel 2014 nel Parco del Ticino sulle sponde si lombarda sia piemontese. Si tratta di una specie da Quarantena la cui presenza impone ai Servizi Fitosanitari l’emanazione di misure di lotta obbligatoria volte all’eradicazione dell’insetto.
Altre tematiche di rilievo sono state la lotta contro gli insetti vettori di Xylella fastidiosa e la recente aumentata dannosità della fillossera della vite.


Drosophila suzukii




Popillia japonica