La lettura, tenuta dall’accademico prof. Ettore Barone, ha sviluppato il suggestivo tema a partire da una riflessione legata al recente aggiornamento della definizione data sull’agricoltura proprio dall’Accademia dei Georgofili quale
Complesso di attività svolte per gestire e tutelare razionalmente le risorse produttive rinnovabili della biosfera. E’ stata al riguardo sottolineata, come più volte ricordato dal Prof. Franco Scaramuzzi in diverse occasioni ufficiali, l’importanza di riaffermare l’unicità del settore produttivo primario a fronte della tendenza sempre più diffusa di frammentazione e a volte di contrapposizione tra varie “agricolture”, con il rischio di perdere così di vista, appunto, quello che è il ruolo basilare e strategico della produzione del cibo. Senza cadere nella tentazione di assimilare e circoscrivere il concetto di bellezza riferibile all’agricoltura al pure importante ruolo paesaggistico da essa svolto si è piuttosto ricondotto tale concetto alla soggiacente armonia che è potenzialmente insita nel rapporto tra l’uomo e la natura sin dai tempi più antichi. Con rapide incursioni sui graduali progressi conseguiti sin dagli albori dell’agricoltura sul fronte dei processi produttivi in tema di domesticazione di piante e animali utili, sul miglioramento genetico e sui progressi della tecnica colturale in relazione all’ambiente di coltivazione, si è riaffermata con forza la valenza strategica della produzione degli alimenti ricordando che la storia dell’uomo e del suo progressivo incivilimento è profondamente permeata dall’attività agricola e dai suoi progressi. E’ stato posto l’accento come con l’agricoltura l’uomo, per la prima volta, mette a sintesi e fa interagire tra loro i tre fattori cardine da sempre alla base del risultato produttivo e cioè proprio l’ambiente, la tecnica e le risorse genetiche vegetali e animali e che nella ricerca di tale rapporto armonico si può certamente individuare una delle fondamentali ragioni della “bellezza dell’agricoltura”. Non è mancato il richiamo al potere evocativo e d’ispirazione che l’agricoltura, intesa nella duplice inscindibile accezione di attività umana “utile e dilettevole”, ha sempre suscitato in diversi campi artistici, dalla pittura alla letteratura. La riflessione si è poi proiettata sulle sfide per il futuro dell’umanità che largamente coinvolgono ogni aspetto dell’agricoltura, dai cambiamenti climatici, al consumo dei suoli e delle risorse non rinnovabili, alla necessità di ulteriormente contribuire alla risoluzione del drammatico problema della fame nel mondo, anche attraverso la riduzione degli sprechi oltreché con l’innalzamento delle rese. Esaminati i possibili scenari che si prospettano all’attenzione del mondo della ricerca in agricoltura, la relazione si è conclusa con la illustrazione delle più recenti prese di posizione, a favore e contro, le biotecnologie in tema di OGM e il loro possibile contributo in termini di innalzamento dei livelli globali di produzione e dunque di soddisfacimento dei fabbisogni di un’umanità sempre più numerosa.