Cinema e alimentazione

di Giovanni Ballarini
  • 16 March 2016
L'invenzione della pellicola cinematografica risale al 1885 ma é soltanto il 28 dicembre 1895 che fratelli Louis e Auguste Lumière mostrano al pubblico del Gran Cafè del Boulevard des Capucines a Parigi un cortometraggio che presenta una colazione di una famiglia nella quale il marito imbocca il bambino e la madre beve un caffè.
Il cinema, con i suoi centoventi e più anni di vita é una preziosa vetrina delle abitudini alimentari con i suoi stili, opinioni, idee e ideologie, buone e cattive, spunti di pensieri, massime, aforismi che sono divenuti parte del linguaggio popolare. Attraverso il cinema, il cibo é guardato, citato, spiegato, assaporato, non solo come simbolo o segno che rinvia a un significato, ma attraverso i sensi che vanno a definire le forme del racconto, del visibile, della materialità. Nei film, il visibile del cibo, negli ultimi decenni esaltato dal colore, trasmette elementi significanti verso l’atto del mangiare e del bere.
Anche attraverso il documentario e il cortometraggio il cinema ci fa vedere il cibo e il bere in tutti i suoi aspetti. Dai documentari sui di Mario Soldati Viaggio lungo la Valle del Po alla ricerca dei cibi genuini, agli spaghetti di Totò e di Alberto Sordi, a La Grande Abbuffata di Marco Ferreri fino all’immancabile Pranzo di Babette di Gabriel Axel rei arriviamo ai recentissimi Il Pianeta che ci ospita di Ermanno Olmi, Le ricette della Signora Tokue di N. Kawase e a Il Sapore del Successo di J. Wells. 
Per conoscere i complessi, complicati e profondi rapporti che vi sono tra cibi, cucina, gastronomia e cinema é oggi indispensabile un grosso volume di Salvatore Gelsi, sociologo della comunicazione nei media, in particolare nel cinema, dal titolo significativo Mangiafilm (Dizionario enciclopedico della cucina al cinema - di Salvatore Gelsi), un’enciclopedia, o meglio un dizionario enciclopedico, che forma il più ampio ed esaustivo osservatorio dello specifico visibile dell’atto del mangiare e del bere che passano nel cinema italiano e mondiale.
Un lavoro di raccolta e di critica veramente potente, che riguarda 700 voci, 4000 film, 25 schede-ritratti di registi, generi, attori. Un’assoluta novità nella quale sono classificate le oltre 300 opere (film a soggetto, documentari, cortometraggi) che rimandano alla questione del cibo, nel quale Salvatore Gelsi mette a disposizione del lettore una gustosa e ricca dispensa di citazioni, battute, curiosità, scene, racconti, piatti, vini, ricette, frutto di una ricerca decennale su cinema e pubblicità, televisione e rete, mode e consumi, lungo un filo che si dipana nella storia dell’immagine e dell’immaginario dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri.