Il particolare andamento climatico che attualmente si sta verificando in quasi tutta l’Italia, con periodo autunno invernale siccitoso e/o con piogge di tipo torrenziale, di elevata intensità e di breve durata, conseguenza dei cambiamenti climatici , pone notevoli problemi in agricoltura riguardanti: la gestione delle tecniche colturali; la scelta delle colture erbacee a ciclo primaverile estivo; il contenimento dei fabbisogni irrigui; la destinazione d’uso delle limitate risorse idriche disponibili.
Per quanto concerne le tecniche colturali, di seguito sono riportate alcune strategie aventi principalmente il fine di: ridurre e/o evitare perdite di acqua immagazzinata nel terreno per diretta evaporazione o dalla coltura; elevare l’efficienza d’uso e produttiva dell’acqua; ridurre il periodo in cui la coltura permane in condizioni climatiche sfavorevoli.
In particolare, per ridurre e/o evitar perdite di acqua immagazzinata nel terreno per diretta evaporazione si suggerisce di far ricorso a tecniche di minima lavorazione (minimum tillage) o alla semina su sodo (sod seeding); per ridurre il periodo in cui la coltura, durante il suo ciclo colturale, permane in condizioni di elevata evapotraspirazione è raccomandabile anticipare le semine o i trapianti di un periodo compatibile con l’andamento climatico e le esigenze termiche delle colture; per evitare fenomeni di lussureggiamento della vegetazione, che comporterebbero un aumento di perdite di acqua per evapotraspirazione, non abbondare con la concimazione, particolarmente con quella azotata.
Per contenere i fabbisogni irrigui delle colture è possibile adottare accorgimenti atti ad elevare l’efficienza d’uso e produttiva dell’acqua, quali: metodi irrigui che permettono di realizzare elevate efficienze distributive dell’acqua, come l’irrigazione a goccia; definizione ottimale delle variabili irrigue (volume di adacquamento e turno irriguo) in relazione alle caratteristiche idrologiche dei terreni, alle caratteristiche fisiologiche e morfologiche della specie coltivata (tra cui profondità e densità radicale), ed al metodo irriguo usato; adozione di pratiche agronomiche che limitano l’evapotraspirazione, come la pacciamatura ed il controllo delle infestanti; ricorso a tecniche irrigue con deficit idrico controllato (regulated deficit irrigation – RDI-, phenological deficit irrigation – PDI, partial root-zone drying – PRD -).
Relativamente alla scelta delle colture, se l’andamento pluviometrico dovesse persistere si potrebbe porre il problema di scegliere colture caratterizzate da minori esigenze idriche e da maggiore resistenza a fenomeni di stress idrico rispetto a quelle tradizionalmente praticate, come per esempio il sorgo in sostituzione del mais nella Pianura Padana. Laddove le riserve idriche a fini irrigui sono limitate, per ridotta quantità di acqua invasata o ridotta ricarica della falda, a causa di limitata piovosità e/o di piogge torrenziali, si potrebbero contenere le superfici destinate a colture a ciclo primaverile – estivo caratterizzate da elevati fabbisogni irrigui, come il pomodoro in Puglia, ed ampliare, invece, le superfici destinate a colture a più ridotto fabbisogno irriguo, come il girasole nel foggiano, oppure optare per colture a ciclo autunno – invernale.
Circa la destinazione d’uso di limitate risorse idriche disponibili si pone la problematica di salvaguardare le esigenze idriche di colture pluriennali, ossia delle colture arboree, per le quali gli effetti negativi degli stress idrici sulle produzioni si manifestano sia nell’annata in cui occorrono le deficienze idriche che negli anni successivi. In altri termini là dove le colture arboree occupano notevoli superfici, la salvaguardia di queste ultime risulta prioritaria rispetto a quelle erbacee a ciclo primaverile – estivo, anche a costo di ridurne le superfici . Inoltre, in situazioni di limitate risorse idriche sarebbe oculato destinarle a colture capaci di massimizzare la convenienza economica.
In ogni caso, la conoscenza dei volumi di acqua effettivamente somministrati alle colture, attraverso l’uso di contatori volumetrici, è alla base delle strategie miranti a contenere i consumi idrici.
Drought emergency in Italy: measures to make up for water shortages in agriculture
The particular weather pattern currently being experienced in almost the whole of Italy, with a dry autumn-winter period and/or with short but intense torrential rains, is a consequence of climate change. As a result, it has caused many problems to agriculture as regards the management of cultivation techniques; the choice of spring-summer herbaceous crops; the containment of irrigation needs; and the intended use of the limited water resources available. As regards cultivation techniques, there are some strategies which aim primarily at reducing and/or avoiding soil-stored water losses due to direct evaporation or cultivation; improving the use and production efficiency of water; and reducing the period in which the cultivation remains under unfavorable climate conditions. To control crop irrigation requirements, measures aimed at maximizing water usage and production efficiency can be adopted. As regards the choice of crops, if the pluviometric trend should continue, we could have to choose crops characterized by lower water requirements and greater resistance to drought stress phenomena compared to the traditional ones such as, for example, sorghum instead of corn in the Po river basin.