Natura, economia, politica

di Lapo Casini
  • 09 February 2015
Una recente occasione seminariale sulla vexata quaestio della politica forestale nazionale offre il pretesto per riconsiderare le forze in gioco.
In quell’occasione ai 150 convenuti la società di servizi organizzatrice ha chiesto di votare la priorità per la politica forestale italiana, scegliendo fra  1) rendere più efficace la rappresentanza delle categorie del settore e delle istanze connesse; 2) costruire un sistema informativo ampio e durevole, per supportare il cosiddetto decisore politico; 3) puntare a un riferimento amministrativo unico. 
Da queste consultazioni “forestarie” risulta che la maggioranza relativa dei presenti (44%) ritiene prioritario il riferimento amministrativo unico.
Al di là dell’inevitabile semplicità di un procedimento così accattivante (che non voleva esaurire la complessità della questione), la partita resta ovviamente molto aperta. È un dato di fatto che i singoli Programmi Ministeriali, anche quando presenti e vigenti, sono un mero adempimento a impegni comunitari, e non si traducono (né forse era possibile) in politica forestale nazionale. È un dato di fatto anche questo assodato che le opportunità ambientali ed economiche connesse alla gestione forestale sembrano ancora non aver trovato veri e validi stakeholders a scala nazionale: d’altra parte la mancanza di forza e di incisività – oltre che di corretta percezione nell’opinione pubblica e nel sistema Paese - caratterizza anche il ben più importante settore agroalimentare, difficile immaginarsi quindi che possa farcela un settore/non-settore come la micro-galassia che gravita intorno ai boschi. 
Il risultato delle citate forestarie punta in sostanza a superare la frammentazione amministrativa ovvero la burocrazia: e questo sforzo non sarà mai ingiustificato in Italia, dove gli snellimenti preludono a ulteriori proliferazioni burocratiche. Però al di là della fattibilità sarebbe ingenuo pensare di aver così risolto il problema della mancata valorizzazione del patrimonio boschivo che copre 1/3 della Penisola. Avremmo eliminato una forza resistente, ma non avremmo alimentato una forza propulsiva: tuttora priva di categorie socio-economiche protagoniste (proprietari e imprenditori compresi). Insomma confidare ancora nel protagonismo della mano pubblica e amministrativa per concretizzare la politica e la strategia di sviluppo sarebbe davvero diabolico, oltre che mancanza di fantasia.
Nella gara dello sviluppo socio-economico del settore forestale, l’unico modo per la politica settoriale di salire sul podio è riconoscere che ci sono altri concorrenti più forti di lei: la natura e l’economia, a cui vanno la medaglia d’oro e quella d’argento. Solo così la politica forestale potrà meritarsi una onestissima medaglia di bronzo: di questa lega, molto meglio una medaglia, piuttosto che la faccia.


Nature, Economics, and Politics

In the competition for the socio-economic development of the forest sector, the only way for this sector to arrive at the top is to recognize that its other competitors, nature and economics, are stronger and are in first and second place. Only in this way will forestry policy be able to place third.