Delle circa 100 specie fitofaghe viventi sull’olivo, controllate da alcune centinaia di specie antagoniste, solo la carpofaga Mosca delle olive (Bactrocera oleae (Rossi) è di primaria importanza, soprattutto nelle cosiddette zone pandacie litorali, a clima mite, ove vegetano piante di grandi dimensioni, di cv diverse e olivi selvatici, dove l’insetto riesce a svolgere fino a 7 generazioni annuali; mentre nelle zone merodacie interne, o di alta collina, ne compie 1-2 a causa delle basse temperature e dell’assenza di olive nel corso dell’intero anno; in tali zone sverna da pupa nel terreno e gli adulti sfarfallano da dicembre ad aprile. Nelle zone a clima mite gli adulti, che si alimentano di melata, di essudati zuccherini e polline di varie piante, sono presenti nel corso dell’intero anno e possono svernare anche in siti distanti dagli oliveti. A partire da giugno-luglio le femmine ovidepongono nelle nuove olive, che sono recettive alle punture fertili quando il loro contenuto in olio è di circa il 2% (rispetto alla sostanza secca), fase che coincide, in pratica, con l’indurimento del nocciolo. Gli adulti, capaci di coprire in volo fino a 10 Km in un giorno, in primavera possono portarsi in volo dalle zone litorali a quelle collinari più interne, alla ricerca di drupe; a tali spostamenti sono state attribuite le gravi infestazioni registrate nel 1948 e nel 1955 nel territorio di Perugia. In estate gli spostamenti avvengono in senso inverso. Voli di dispersione si verificano anche durante i periodi di diapausa riproduttiva indotta dall’assenza di olive idonee all’ovideposizione. In estate, le elevate temperature, la siccità e i nemici naturali, limitano fortemente le popolazioni del dittero; mentre con temperature medie di 23-25°C, ottimali per lo sviluppo, si verificano massicce infestazioni. Queste sono favorite dalle piogge estive che attivano la componente microbica presente sulle piante, responsabile della produzione di ammoniaca e stirene attrattivi per le femmine del Daco. Una scarsa piovosità nel periodo estivo determina una minore turgidità delle drupe infestate, provocando elevate mortalità larvali. Gli adulti vivono fino a 6-9 mesi e ciascuna femmina è ritenuta capace di deporre fino 1000 uova con medie di 20 - 70 al giorno.
Fig. 1 Olive infestate dalla Mosca delle olive
Le olive delle cv da vengono deprezzate anche a seguito delle sole punture sterili che le deturpano mentre infestazioni attive dell’1-2% le rendono poco adatte alle successive manipolazioni. Le olive delle cv da olio, subiscono una riduzione della quantità di olio (20% in meno con infestazioni dell’80% delle drupe); ma ben più gravi sono le alterazioni delle caratteristiche qualitative degli oli (aumento di acidità, del numero di perossidi, alterazione dei polifenoli, ecc.). La tempestiva raccolta, effettuata nel periodo in cui è possibile recuperare la quantità massima di olio raccoglibile, consente di sfuggire ai massicci attacchi autunnali del Tefritide che, insieme alla non adeguata conservazione delle drupe, prima della spremitura, concorrono a far scadere la qualità dell’olio. Ferdinando I di Borbone nel 1840, similmente a quanto fatto in precedenza da Napoleone in Francia, emanò un decreto di obbligatorietà della raccolta delle olive non oltre il 15 settembre, allo scopo di evitare le pullulazioni autunnali della Mosca delle olive e di ottenere oli migliori.
Il razionale controllo demografico del Daco si rende necessario quando supera determinate densità di popolazione; a tale scopo occorre monitorare sia i voli degli adulti sia l’infestazione nelle drupe. La cattura degli adulti può essere realizzata con trappole chemioattrattive, cromoattrattive, feromoniche e miste mentre la presenza di stadi preimmaginali nelle drupe può essere verificata anche su esigui campioni costituiti da 100 drupe (1 per pianta da 100 piante, ovvero 10 per pianta da 10 piante). Tale campionamento fornisce valori di stima attendibili solo quando l'infestazione raggiunge almeno il 5% ed è pertanto valido esclusivamente per stimare la soglia d'intervento per la lotta curativa.
Fig.2 Larva di Bactrocera oleae
Per limitare le ricorrenti infestazioni daciche, nel 1885 venne messo a punto un metodo di lotta basato sull’impiego di esche (soluzioni zuccherine avvelenate); nel 1906 il Ministero dell’Agricoltura affidò al prof. Silvestri l’incarico di effettuare “studi ed esperimenti diretti a combattere la Mosca delle olive nell’Italia meridionale”. In epoche recenti sono stati sperimentati vari mezzi e metodi di controllo, non tutti efficaci, quali la “tecnica del maschio sterile”, la “confusione sessuale” e le “catture massali” con l’impiego di trappole cromo- e chemiotropiche, innescate con vari attrattivi. Anche l’impiego del caolino non ha avuto ampia diffusione. In Sicilia, e in altre regioni olivicole mediterranee, è stata attuata la “lotta biologica artificiale” con l’impiego di Psyttalia concolor, allevato in insettario, ottenendo olive definite “agrariamente sane”. Attualmente la possibilità di impiego in programmi di lotta integrata di P. concolor e di qualche altro entomofago (Eupelmus urozomus) è in fase di sperimentazione in alcune realtà olivicole del nostro Paese. Negli oliveti a conduzione “convenzionale” per la “lotta curativa” guidata possono essere utilizzate varie sostanze attive autorizzate effettuando irrorazioni su tutta la chioma nelle epoche in cui l’infestazione attiva (uova e larve) nelle drupe è del 10-15%. Di norma sono sufficienti 1 o 2 trattamenti per ottenere produzioni sane e con residui tossici tollerabili, avendo cura di effettuare l’ultimo trattamento almeno 35 giorni prima della raccolta. Negli oliveti a conduzione “biologica” si possono effettuare trattamenti adulticidi con esche a base di proteine vegetali, zuccheri umettanti e altri composti attrattivi, avvelenati con spinosad. Efficace è il metodo Attract & Kill basato sull’impiego di trappole, da fissare su un ramo della pianta, costituite da pannelli in laminato pre-trattati con Lambda-Cialotrina che mantengono inalterata l'azione insetticida per circa 6 mesi, nei confronti degli adulti, attratti sul pannello dal feromone o da sali d’ammonio. La tempestiva e completa raccolta delle drupe concorre a ridurre le densità di popolazione della Mosca e i danni alle produzioni olivicole.