Programma Quadro del Settore Forestale 2009-2019

di Lapo Casini
  • 12 March 2014
È ben bizzarro trovarsi nel mezzo del cammin di nostra vita senza nemmeno rendersene conto: se ne ricava che la selva è anche più oscura di quanto si pensi, e forse non abbiamo contribuito a diradarla.
Ci troviamo infatti a metà strada della programmazione 2009-2019 del cd. Programma Quadro del Settore Forestale, di validità nazionale. Cosa programma un Programma dei cui eventuali effetti nessuno si accorge? Per inciso, pare che in decenni precedenti fosse vigente una Pianificazione Forestale pluriennale, di cui non si trovano tracce, né valutazioni ex-post di efficacia dell’impatto.
Per una presentazione sintetica dello strumento, va detto che il PQSF 2009-19 nasce debole quanto a solidità normativa, perché previsto da un comma di una legge finanziaria (cm. 1082 della L.296/2006), e non si può dire che abbia così la dovuta rilevanza parlamentare o politica o strategica. Il documento intende ottemperare a obblighi comunitari, diffondendosi molto nel richiamare le Convenzioni internazionali e comunitarie attinenti, di per sé caratterizzate da ridondanza, articolazione, sovrapposizione, eccesso di rimandi; si determina così un appesantimento dello strumento programmatico nazionale, con un effetto dispersivo e disorientante tipo “sala degli specchi”. Queste ripetizioni comportano genericità e riduzione dell’efficacia dello strumento, che potrebbe utilmente dedicarsi alla fase programmatica vera e propria invece che a quella descrittiva. Purtroppo, la  confusione è a monte del PQSF: a livello nazionale le competenze sui boschi interessano a vario titolo 2 Ministeri, il Corpo Forestale dello Stato, e le Regioni e le Province Autonome. Incrociando queste 4 Istituzioni con i 15 ambiti in cui possono essere articolate le competenze forestali (biodiversità, paesaggio, carbonio, parchi, incendi, vincolo, sviluppo ecc) risulta che nessuno ambito è veramente a competenza esclusiva di una Istituzione, e che viceversa quasi sempre tutte e 4 le Istituzioni hanno competenza concorrente su tutti i citati ambiti forestali.
Nella Prima Parte ANALISI del SETTORE, in considerazione di una politica forestale internazionale che ha influenzato il settore forestale italiano e della natura transfrontaliera dei problemi ambientali, sono menzionati e sommariamente illustrati 8 documenti internazionali, 12 documenti comunitari e altri 6 documenti anch’essi comunitari ma più periferici rispetto alle foreste. A livello nazionale sono poi menzionati e sommariamente illustrati circa 6 riferimenti normativi, e le Linee Guida in materia forestale (DM 16/6/2005) che sulla base della Legge Quadro Forestale individuano 4 obiettivi.
Nella Seconda Parte PRIORITÀ del SETTORE, risultano ben 23 le priorità di azione individuate dal PQSF: come fanno ad essere prioritarie 23 cose tutte insieme? 
Nella Terza Parte STRATEGIA DI INTERVENTO NAZIONALE, ad 1 obiettivo generale (incentivare la Gestione Forestale Sostenibile per tutelare il territorio, contenere il cambiamento climatico, rinforzare la filiera foresta-legno, garantendo così nel lungo periodo la multifunzionalità del bosco e la sua difesa) ne seguono 4 prioritari nazionali e ben 25 obiettivi specifici.
Tutto quanto sopra, che il PQSF ha il merito almeno di descrivere in un unico documento, mostra con evidenza la natura di programma-collage del PQSF stesso: esso recepisce e convoglia indirizzi già stabiliti e/o finanziati altrimenti. Il PQSF non costituisce cioè una fase unificante di vera elaborazione concettuale e progettuale per le foreste e il settore, limitandosi a ribadire pleonasticamente considerazioni e principi già sanciti altrove.
Simili programmazioni non sono neutre né a costo-zero, per il mancato svolgimento della funzione attesa: non sarà il caso di rinunciare a simili onerosi dividendi?