Unità nazionale e glocalizzazione

di Franco Scaramuzzi
  • 10 November 2010
Alla realizzazione della Unità Nazionale hanno attivamente partecipato molti illustri Georgofili e l’ Accademia si appresta a rievocare il 150° anniversario di quell’evento, sia per manifestare l’orgoglio di quegli elevati contributi di pensiero e di azione che per riflettere sui forti cambiamenti che ne sono derivati e guardare al futuro, dominato da un irreversibile processo di globalizzazione.
Il Risorgimento riuscì a unificare la nostra Nazione quando era costituita da un insieme di realtà diversificate. Ormai la popolazione si è significativamente mescolata ed ha creato un altissimo numero di generazioni miste, tradizionali consuetudini continuano giustamente ad avere importanza, talvolta anche attraverso il loro riconoscimento in sedi giuridiche.
Anche l’Europa dovrà considerare le problematiche di una formazione unitaria della propria complessa popolazione, nel rispetto dei caratteri e delle culture diverse. Oltre che della moneta unica, avrà bisogno di adottare un unico linguaggio ufficiale e comuni regole condivise, per un’unica società civile. Ma non potranno bastare i nostri 150 anni. Occorreranno molte generazioni, diversi secoli ed una tenace capacità di resistere agli inevitabili denigratori e scissionisti.
Non possiamo pensare al futuro della nostra Nazione senza tener conto che l’Italia e gli italiani non sono più quelli di 150 anni fa. Una buona parte della popolazione nelle nostre Regioni settentrionali è ormai costituita da più generazioni di origine meridionale ed ora anche da molti immigrati europei ed extracomunitari; le tecnologie che hanno condizionato fortemente cultura e tradizioni, così come il nostro stesso modo di essere e di pensare. Le differenze sociali ed economiche fra le Regioni italiane non possono essere considerate statiche. I molteplici settori produttivi continueranno a differenziarsi ed a marciare a diverse velocità. La spinta delle conoscenze scientifiche, che crescono a ritmi esponenziali, non ci consente neppure di immaginare ciò che nell’immediato prossimo futuro potrà sconvolgere il nostro attuale assetto socio-economico.
Nel quadro mondiale ed europeo continuano ad inserirsi alcune istanze secessioniste, spinte anche da ragioni storiche, ma spesso velleitarie ed ormai fuori dal tempo. In Italia si annuncia comunque un maggiore confronto fra regioni autonome. Il nostro potrebbe diventare un esempio storico di federalismo che nasce da forme di disaggregazione di uno Stato unitario.
Di fronte ad un mercato globale sempre più agguerrito, il mondo imprenditoriale e sindacale dell’economia reale manifesta pressantemente  al mondo politico nazionale la necessità di urgenti riforme ed interventi atti ad assecondare lo sviluppo tecnologico innovativo, l’adeguamento delle infrastrutture e dei servizi pubblici, la predisposizione di programmi strategici per sostenere le nostre produzioni. Ma il mondo politico sembra distratto ed appare scavalcato da autonome iniziative che propongono ampi modelli innovativi. Fra questi, vorrei citare il “Progetto Nord”, presentato con una recente pubblicazione su “La crisi italiana nel mondo globale” a cura di P. Perulli e A. Pichierri (Edizioni Einaudi). Si tratta di un Progetto che si basa su un nuovo concetto, proiettato nel possibile prossimo futuro e definito con il neologismo “glocalizzazione” (fusione dei due termini “globale” e “locale”).
L’Accademia dei Georgofili, il cui ruolo è sempre stato quello di raccogliere le nuove conoscenze e le nuove idee, per approfondirle e discuterle pubblicamente, quindi farne analisi e sintesi da divulgare, ha già programmato per il prossimo 9 dicembre, presso la propria Sede, una pubblica adunanza dedicata alla presentazione del volume che illustra il “Progetto Nord”, con la partecipazione dei Curatori.

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