Il crimine distrugge l’agricoltura italiana

  • 06 March 2019
Il recente Convegno su "Le infiltrazioni criminali nell'economia agricola: effetti sulla competitività delle imprese e sulla salute dei cittadini" ha messo in evidenza che crescono ancora molto i casi che mostrano ascese di crimini nel settore agroalimentare italiano. L’attività della Guardia di Finanza ha permesso di porre sotto sequestro, nel 2017 e primi dieci mesi del 2018, beni pari a circa due miliardi di euro. Secondo dati recenti si sono consumati ben 33.045 illeciti amministrativi e più di 7.000 infrazioni penali. Si calcola che, negli ultimi anni, ben 25.000 aziende siano state costrette a chiudere a causa di usure e debiti e ben 350.000 agricoltori sarebbero stati vittime di reati di vario genere.
Tra le principali modalità con le quali la criminalità organizzata esercita la sua azione sul sistema agroalimentare figurano anche la gestione coatta del trasporto dei prodotti e dello stoccaggio della merce delle filiere. Furti di bestiame e macellazione clandestina, danneggiamento delle colture, con depredazioni e razzie anche del patrimonio boschivo, tanto che nel 2016 sono stati registrati 4.635 incendi sia dolosi che colposi, con una perdita complessiva di 27mila ettari di boschi e aree verdi, compresi pascoli e pinete. Ma anche furti di materiali direttamente connessi al processo produttivo, come mezzi agricoli (trattori e attrezzature agricole); contraffazione di prodotti alimentari, per esempio olio extra vergine d'oliva, vino e parmigiano; utilizzo fraudolento di denominazioni geografiche, marchi e immagini che evocano l'Italia e i suoi prodotti con truffe.
La criminalità organizzata ha forti legami anche con la contraffazione, considerata un business più redditizio e meno rischioso rispetto alle altre attività illecite: diffuse in quasi tutti i settori produttivi, che rappresenta un grave problema per l'economia del nostro Paese, procurando perdite al reddito produttivo, danni all'immagine del Made in Italy e alla salute dei consumatori. A livello nazionale, nel 2015, il fatturato totale della contraffazione era stimato in 6,9 miliardi di euro.
I dati dei reati "sono in forte aumento" e le infiltrazioni criminali nel comparto agricolo non vanno immaginate solo come momento di riciclo di soldi da parte delle mafie, ma proprio come momento economico in cui queste “mafie” vanno a farle apparire come attività di impresa. La continua ascesa della criminalità organizzata ha assunto insostenibili e tutte le apposite strutture dello Stato dovrebbero eliminarle.


Fonte: ANSA, 25/2/2019