Vegafobia, carnofobia e consumi alimentari

di Giovanni Ballarini
  • 16 September 2020

La nostra specie è indubbiamente onnivora ma piena di dilemmi come ha rilevato l’antropologo Michael Pollan (Pollan M: - Il dilemma dell’onnivoro – Adelphi, 2008) il quale, senza prendere posizione, descrive come l’uomo moderno si trova al vertice della catena alimentare e a differenza delle altre specie e delle società del passato può mangiare pressoché tutto con numerosi vantaggi ma anche esponendosi a infinite possibilità di manipolazione. Per risolvere i suoi dilemmi le nostre società onnivore, industriali e postindustriali, hanno bisogno di approfondire le proprie conoscenze sui propri appetiti e sui meccanismi adattivi e tra questi quelli che danno origine al bipolarismo alimentare rappresentato dai carnivorani rappresentati da Abele e dei vegetariani rappresentati da Caino, liberando questo bipolarismo da ogni aspetto negativo come tra l’altro comanda il precetto che “nessuno tocchi Caino”.
Che tra i mangiatori di carni (carnivorani) e i mangiatori di vegetali (vegetariani e vegani) non corra buon sangue è storia antica come insegna la vicenda di Caino e Abele tra loro in contrasto per il gradimento del cibo da loro offerto alla divinità, quindi per un motivo di tipo sociale e antropologico, non alimentare. Questi aspetti sussistono ancora ma sono poco considerati, soprattutto oggi quando nelle popolazioni dei paesi sviluppati tra carnivorani e vegetariani si stanno acuendo contrasti che nei vegetariani danno a una carnofobia e nei carnivorani a una vegafobia, argomento quest’ultimo preso in considerazione e studiato da diversi ricercatori e tra questi da Frédéric Vandermoere e collaboratori (Vandermoere F., Geerts R., De Backer Ch., Erreygers S., Van Doorslaer E. - Meat Consumption and Vegaphobia: An Exploration of the Characteristics of Meat Eaters, Vegaphobes, and Their Social Environment – Sustainability,11, 3936, 2019).
Vegafobia è l'atteggiamento disapprovante che una parte della popolazione soprattutto dei carnivorani assume nei confronti del vegetarismo e dei non mangiatori di carne, un atteggiamento negativo peraltro ricambiato ai carnivorani da parte dei vegetariani. Carnofobia e vegafobia sono atteggiamenti che si assommano ad altri comportamenti d’intolleranza (omofobia, xenofobia ecc.) che non aiutano una sana convivenza e in particolare non agevolano lo sviluppo di una corretta alimentazione e, in questa, un giusto equilibrio dei vari alimenti nella dieta. Al tempo stesso vegafobia e carnofobia ostacolano una corretta discussione sul ruolo che l'ambiente sociale ha nell’aumento dei consumi mondiali di carne che giustamente e per diversi motivi oggi suscitano preoccupazioni, senza sottovalutare che gli atteggiamenti di emarginazione verso il carnivorismo e il vegetarianismo ha implicazioni sociali e economiche.
In questo orientamento le ricerche di Frédéric Vandermoere e collaboratori, anche sulla scorta di precedenti indagini, mostrano che i mangiatori di carne convinti sono più spesso maschi, che l'istruzione ha un effetto trascurabile sul consumo di carne e che le differenze di età non sono significative mentre importante è il contesto sociale. In particolare il consumo di carne di una persona è notevolmente inferiore quando uno dei membri della famiglia è vegetariano e anche, ma in misura minore, se la cerchia sociale delle persone include un amico vegetariano. Se almeno una parte dei vegetariani è carnofobico più o meno convinto, i carnivorani vegafobici sono più spesso maschi mangiatori di carne convinti e con un livello di istruzione inferiore. La vegafobia è più comune tra le persone anziane, mentre è meno comune tra le persone che hanno un vegetariano in casa o in gruppi di amici. Complessi sono quindi i comportamenti sociali tra carnivorani e vegetariani e in queste relazioni s’inseriscono le due fobie della veganofobia e della carnofobia che sono da considerare nel quadro delle polarizzazioni alimentari e da qui la necessità di studiare e meglio conoscere gli aspetti antropologici e sociali che intervengono nel consumo degli alimenti, in particolare della carne, e degli atteggiamenti che si sono sviluppati verso il vegetarianismo.
Il consumo di carne e il suo aumento non può essere soltanto considerato come una conseguenza di scelte individuali e di livelli di reddito o di altri elementi socio-demografici, ma è anche significativamente correlato a scelte antropologiche e alle scelte dietetiche compiute da altri appartenenti al proprio contesto sociale. Secondo quanto sta emergendo dalle recenti ricerche una limitata presenza di vegetariani e vegani in una società determina una diminuzione del consumo di carne non solo perché non la mangiano, ma anche perché fanno diminuire i consumi di carne in coloro con i quali sono a contatto sociale. Questi aspetti socio-culturali del cibo e del mangiare indicano una nuova strada per ulteriori indagini volte a comprendere alcuni insuccessi dell’educazione alimentare e per costruire interventi dietetici più efficaci, ma soprattutto per superare gli accennati aspetti di carnofobia e vegafobia di contrasto tra carnivorani e vegetariani.