Sicuramente la pandemia tuttora in atto ci riserva, oltre ovviamente ai drammatici effetti sulla salute umana, un futuro incerto e sicuramente difficile. A questo, purtroppo, non sfugge il settore agricolo che già aveva notevoli difficoltà anche prima della pandemia; non c’è dubbio però che le sfide del futuro per l’agricoltura debbano passare attraverso le innovazioni e la protezione del suolo.
Dopo vari gridi di allarme, la divulgazione di dati che quantificano il suo stato di degrado, di dissesto, di impermeabilizzazione (consumo di suolo) e soprattutto i vari eventi catastrofici degli ultimi anni, si è preso coscienza dell’importanza di questa risorsa e del fatto che il 95% del cibo proviene proprio dal suolo. A questa presa di coscienza devono seguire azioni concrete e programmi di tutela del territorio. Intanto gli agricoltori, pur fra mille difficoltà, stanno facendo la loro parte; infatti, visitando le campagne delle zone agricole per eccellenza si cominciano a vedere, ad esempio, colture di mais con impianti di irrigazioni a goccia automatizzati con centraline elettroniche. Con questo sistema si risparmia fino al 75-80% di acqua rispetto alla tradizionale irrigazione per aspersione con irrigatori a lunga gittata ed inoltre si evita l’azione battente delle gocce sul terreno che causano la rottura degli aggregati superficiali, specialmente nelle prime fasi della coltura quando la superficie del suolo non è interamente coperta dalla vegetazione, con conseguente formazione di croste che riducono l’infiltrazione dell’acqua e, quindi, la sua parziale perdita per ruscellamento superficiale. Con l’irrigazione a goccia, non solo l’acqua non viene minimamente sprecata, ma il miglioramento delle qualità fisiche del suolo e della sua porosità, non alterata dalla formazione delle croste, porta ad un sensibile aumento delle produzioni di mais.
Altro esempio virtuoso rilevabile nelle zone vocate alla viticoltura, anche del centro e sud Italia, è la tangibile diffusione dell’inerbimento coadiuvato, anche qui, da impianti di irrigazione a goccia. È noto che la pratica dell’inerbimento, specialmente nei terreni declivi, riduce fortemente l’erosione del suolo prevenendo così una delle cause più importanti della sua degradazione. Inoltre, attenua considerevolmente l’effetto compattante del passaggio delle macchine agricole per la gestione del vigneto (trattamenti fitosanitari, raccolta, ecc.), contribuendo, anche in questo caso, a prevenire la degradazione del suolo. L’uso dell’irrigazione a goccia è fondamentale per compensare la competizione idrica delle essenze erbose con la vite, soprattutto alla luce dei cambiamenti climatici in atto in cui l’acqua da risorsa può diventare calamità quando è troppa (violenti nubifragi) o troppo poca (lunghi periodi di siccità).
Come si vede gli agricoltori sono aperti alle innovazioni, sono molto attenti a cosa viene fatto nelle loro vicinanze e pronti a seguire esempi virtuosi quando i risultati pratici del ricorso a innovazioni rappresentano la miglior divulgazione. Questo nuovo spirito imprenditoriale che si va diffondendo nelle campagne andrebbe sostenuto con azioni concrete per incentivare quelle opere di difesa del territorio di competenza agricola e che gli agricoltori, con il proprio reddito, non possono assolutamente sostenere. Sarebbe quanto mai opportuno ripristinare quella “coscienza sistematoria” che ha caratterizzato la modellizzazione del paesaggio mediterraneo nei secoli scorsi e abbandonata con l’intensificazione agricola iniziata sin dagli anni ’60 del secolo scorso. Non si tratta certo di ripensare ai vecchi terrazzamenti con muretti a secco nelle zone fortemente declivi, semmai mantenere quelli ancora esistenti, ma attuarli in chiave moderna come, ad esempio, i piani raccordati cioè piani separati da ciglioni ciascuno con pendenza opposta in modo da raccordare ad una estremità con il piano sottostante e dall’altra con il piano soprastante in modo da consentire l’agevole circolazione delle macchine. Questo tipo di sistemazione è stata anche messa a punto e testata in progetti finanziati dalla Regione Toscana e quindi pronta per l’attuazione.
I cambiamenti climatici in atto ci portano, in futuro, a far fronte a sempre crescenti periodi di devastante siccità perché non piove, o meglio piove male, quindi occorre sostenere con urgenza le aziende a raccogliere e conservare l’acqua che cade con i violenti nubifragi e che, altrimenti, sarebbe interamente perduta, per essere poi gestita e utilizzata nei momenti del bisogno per l’irrigazione delle colture con metodi innovativi che la tecnologia mette a disposizione.
in foto: Esempio di sistemazione a piani raccordati