Un progetto scientifico (
Melonomics) che ha coinvolto un consorzio di nove centri di ricerca è riuscito nell'intento di sequenziare il genoma del melone, specie orticola di grande valore economico nel mondo. E' la prima volta che una ricerca di iniziativa spagnola, accorpando istituti pubblici e privati, ha conseguito il risultato del sequenziamento del genoma di un organismo vegetale superiore.
I risultati hanno mostrato che il genoma del melone possiede 450 milioni paia di basi azotate e 27.427 geni, risultando ben più grande del suo "parente" più prossimo, ossia il cetriolo (360 milioni di paia di basi azotate). I ricercatori hanno anche individuato 411 geni che potrebbero essere collegati alla resistenza alle fitopatie; si tratta di pochi geni che, comunque, rendono il melone capace di adattarsi a diversi contesti ambientali.
Un altro aspetto interessante sul quale gli scienziati si sono focalizzati è quello relativo alla maturazione del frutto, un processo che influenza i requisiti qualitativi del melone, quali gusto e aroma. Qui i ricercatori hanno identificato fino a 89 geni correlati in qualche modo al processo di maturazione: 26 geni hanno a che vedere con l'accumulo di carotenoidi (che conferiscono la caratteristica colorazione della polpa); 63 sono collegati al tenore zuccherino e dunque al gusto del melone, mentre 21 geni dei suddetti 63 non sono mai stati descritti finora.
Grazie al sequenziamento del genoma, saranno dunque possibili futuri miglioramenti nella selezione di varietà di melone più resistenti alle malattie vegetali e più buoni da mangiare.
Secondo dati della FAO relativi all'anno 2009, la produzione mondiale di melone ammonta a 26 milioni di tonnellate l'anno, con la Spagna come quinto principale paese produttore e primo esportatore.
Da Freshplaza.it del 9 luglio 2012