Negli Stati Uniti, un team internazionale di oltre 300 scienziati, provenienti da 14 Paesi, è riuscito a decodificare il genoma della pianta di pomodoro, sia quello addomesticato (
Solanum lycopersicum) che la parentale selvatica (
Solanum pimpinellifolium).
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica
Nature, è stato promosso dal Consorzio per il Genoma del Pomodoro (TGC).
Il pomodoro possiede circa 35.000 geni organizzati in 12 cromosomi e i ricercatori affermano di aver identificato i singoli geni e le diverse caratteristiche legate ad ognuno di essi, dal gusto al contenuto nutrizionale. Secondo gli esperti la sequenza del genoma permette di individuare le varianti geniche nelle specie selvatiche e trasferirle nelle linee coltivate in maniera efficace. Si prevede che in meno di dieci anni si potranno selezionare varietà capaci di resistere meglio alle malattie o alle variazioni climatiche, e di produrre frutti più saporiti, che non marciscono facilmente o con un più alto livello di sostanze nutrienti e antiossidanti.
Il pomodoro è una pianta economicamente importante e nel 2012 la produzione globale ha raggiunto i 145.8 milioni di tonnellate. Negli ultimi anni l’industria ha investito molto nella ricerca che si è sempre più concentrata nello sviluppo di metodologie che consentano di associare le informazioni genomiche ai fenotipi di interesse per il miglioramento delle colture. Le conoscenze acquisite potranno infatti essere applicate anche per la selezione e il miglioramento di altre piante della famiglia delle Solanaceae, alle quali appartengono ad esempio le melanzane (
Solanum melongena) e i peperoni (
Capsicum spp.), abbreviando di molto i tempi.
Da: Corriere Ortofrutticolo 5 giugno 2012